28 aprile 2024
Aggiornato 19:30
«In Marcia per il clima»

Agricoltura in prima linea nella lotta al riscaldamento globale e per tagliare i «Gas serra»

Il presidente della Cia Giuseppe Politi riafferma il ruolo importante del settore e condivide la “Carta di impegni” con la quale, 55 associazioni, sollecitano il governo ad adottare interventi finalizzati ad uno sviluppo futuro realmente efficace e sostenibile

Riduzione del 15 per cento dell’uso dell’acqua, del 20 per cento dell’impiego di fitofarmaci, del 15 per cento delle lavorazioni superficiali dei terreni; aumento del 25 per cento delle produzioni di biomasse, del 10 per cento del biologico e del 3 per cento dei rimboschimenti; recupero di antiche varietà per l’«aridocoltura» e sperimentazione; messa in produzione di 30/40 colture idroresistenti. Questo il contributo che l’agricoltura può dare nella difficile sfida dei cambiamenti climatici e che il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha rilanciato, oggi, in occasione della conferenza stampa «In Marcia per il clima: le associazioni contro il riscaldamento globale».

»Abbiamo davanti una sfida importante e decisiva; per questo motivo -ha rilevato Politi- anche il mondo agricolo è mobilitato per raggiungere un obiettivo fondamentale. Da qui la nostra piena adesione alla ‘Carta di impegni’ delle 55 associazioni che aderiscono all’iniziativa. Con essa chiediamo che il governo si attivi con interventi finalizzati ad uno sviluppo futuro realmente efficace e sostenibile».

«E in questa logica, l’agricoltura italiana, specialmente se condotta correttamente dal punto di vista ambientale, può ridurre -ha affermato il presidente della la Cia- le sue emissioni in atmosfera e contribuire ad assorbire la CO2 prodotta da altri settori. Ciò può avvenire attraverso una diffusione delle produzioni biologiche che, riducendo l’uso dei fertilizzanti e pesticidi chimici, abbattono le emissioni dal 10 al 50 per cento, una diminuzione delle lavorazioni superficiali del terreno, un adeguato sviluppo di biomasse per finalità energetiche in sostituzione delle fonti fossili».

«Non a caso, come Cia -ha sottolineato Politi- indichiamo l’esigenza di sviluppare il rimboschimento e un diverso approccio nell’allevamento del bestiame. Ma anche modifiche nelle pratiche agricole attuali: ottimizzazione dell’uso del suolo, lavorazioni ridotte, l’uso di colture a radice profonda, differenti tipi di set-aside, la conversione da arativo a prato, la copertura invernale dei terreni, la manutenzione dei terrazzamenti, le rotazioni migliorative».

«Insomma, l’agricoltura, sebbene partecipi in misura ridotta alla emissione dei gas serra, rappresenta -ha rimarcato il presidente della Cia- una chiave di volta per contrastare il degrado ambientale e, soprattutto, per combattere l’inquinamento del clima. Quindi, un’agricoltura in prima linea per vincere la sfida dei cambiamenti climatici. Un deciso impegno contro il riscaldamento globale del Pianeta e per tagliare i ‘gas serra’ attraverso una serie di azioni da mettere in atto da oggi al 2010».