12 maggio 2025
Aggiornato 03:30
Politica agricola europea

La LIPU boccia la «health check»

«Dall’Unione Europea pochi vantaggi all’ambiente»

Meno risorse del previsto per la tutela dell’ambiente; nessuna misura obbligatoria alternativa all’abolizione del «set-aside» per la salvaguardia della biodiversità; insufficienti, seppur positivi, alcuni dei nuovi provvedimenti per subordinare la concessione di fondi agli agricoltori al rispetto dell’ambiente. E’ negativa la valutazione della LIPU-BirdLife Italia all’indomani dell’accordo raggiunto a Bruxelles dai ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea sulla «Health Check» della PAC (Politica Agricola Comune), la tanto attesa riforma di medio termine della politica agricola che avrebbe dovuto portare vantaggi per l’ambiente e meno risorse «a pioggia» agli agricoltori.

Ma le speranze – sottolinea la LIPU - sono andate deluse, in particolare su tre punti.
Il primo riguarda la «modulazione», ossia lo spostamento di risorse dal primo pilastro della PAC al secondo, quello cioè che contiene le misure più importanti per la tutela dell’ambiente e che finanzia l’agricoltura biologica. Uno spostamento decisamente inferiore alle attese, che permetterà di continuare a distribuire contributi «a pioggia», svincolati da criteri in grado di premiare una migliore gestione ambientale e pratiche compatibili con la tutela della biodiversità.
Il secondo punto è quello del set-aside obbligatorio: l’abolizione di questo strumento, che destinava al ritiro dalla produzione il 10% dei terreni agricoli destinati a seminativi (200mila gli ettari ritirati in Italia), e che aveva portato a consistenti vantaggi per la biodiversità e gli uccelli selvatici, è stata sostituita da misure non all’altezza della precedente.
Il terzo punto è quello della «condizionalità», ossia il meccanismo attivo dal primo gennaio 2005 che stabilisce che per continuare a beneficiare dei finanziamenti messi a disposizione attraverso il primo pilastro della PAC, gli agricoltori devono rispettare delle regole e osservare le leggi in vigore relativamente alla salvaguardia dell’ambiente, alla salute pubblica e al benessere animale. E’ vero che l’Health Check appena approvata introduce misure interessanti quali la creazione obbligatoria di fasce tampone tra i campi coltivati e i corsi d’acqua che filtrino riducendolo l’inquinamento da concimi e pesticidi, ma è anche vero che tali misure non sono sufficienti e soprattutto non possono compensare l’eliminazione del set-aside obbligatorio, così come sostenuto dalla Commissione. Anche un recente rapporto della Corte dei Conti europea, non ancora peraltro reso pubblico, evidenzia come la ‘condizionalità’ andrebbe rafforzata e non indebolita, cosa che alla fine, purtroppo, la riforma determina.

«E’ un accordo che porterà ben pochi vantaggi all’ambiente – commenta Patrizia Rossi, responsabile Agricoltura LIPU-BirdLife Italia – Chiediamo ora che in Italia si introduca, come ha già deciso di fare solo pochi mesi fa il Governo inglese, uno strumento che induca gli agricoltori a dedicare una piccola parte della loro azienda alla natura, tenendo conto degli elementi naturali già presenti, come siepi, filari e stagni, compresi quelli già realizzati tramite gli schemi agroambientali. Una soluzione – conclude Rossi – che non graverebbe sulle aziende virtuose, e che sarebbe un aiuto fondamentale per l’ambiente agricolo, già provato da decenni di intensificazione che ha portato al declino decine di specie di uccelli, inquinato le acque e minacciato la nostra salute con prodotti chimici».