28 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Dopo la riunione del Consiglio Generale

Le richieste di Confcommercio al Governo per fronteggiare la crisi economica

«Valutare ed assumere tempestivamente misure straordinarie di alleggerimento della pressione fiscale, quali la detassazione delle tredicesime»

Il Consiglio Generale di Confcommercio, in rappresentanza delle 820 mila imprese del commercio del turismo e dei servizi associate, riunito stamattina a Roma, ha approvato il seguente ordine del giorno sulla crisi economica.

Il Consiglio Generale di Confcommercio,
valutata la gravità della crisi dei mercati finanziari determinatasi a livello internazionale e la profondità del suo impatto sull’economia reale ed, in specie, sull’economia italiana e sul suo sistema dei servizi e delle PMI, considerato lo scenario recessivo con cui il Paese appare destinato a confrontarsi nel corso del 2008 e del 2009, ravvisata, in questo contesto, l’assoluta necessità dell’adozione urgente di misure e provvedimenti all’insegna di una politica economica anticiclica ed antirecessiva, capace di sostenere, in particolare, la domanda interna ed i consumi delle famiglie, in considerazione del loro ruolo determinante ai fini della crescita complessiva dell’economia italiana, ravvisate ancora, in ragione della crescente debolezza della suddetta domanda interna e dei consumi delle famiglie, già evidenti connotazioni di crisi strutturale del tessuto dell’economia dei servizi e delle PMI operanti prevalentemente sul mercato interno,

chiede al Governo di
valutare ed assumere tempestivamente misure straordinarie di alleggerimento della pressione fiscale, quali la detassazione delle tredicesime, che, nel quadro della conferma di una gestione rigorosa della finanza pubblica e di un auspicabile coordinamento dell’azione di politica economica a livello europeo, siano in grado di produrre significativi ed immediati miglioramenti della dinamica attesa dei consumi, così contribuendo – in concorso con le politiche strutturali indirizzate al rafforzamento della competitività e della produttività del Paese – alla tenuta ed alla più celere ripartenza dell’economia italiana.

Chiede altresì al Governo di
prendere atto della profondità della richiamata crisi strutturale del tessuto dell’economia dei servizi e delle PMI – per come tra l’altro evidenziata dai dati concernenti l’impennata del ricorso alla cassa integrazione da parte del settore terziario, dalla riduzione di circa 30.000 unità dello stock di imprese commerciali, oltre che dalla persistente, profonda e generalizzata caduta dei consumi – assicurandone una compiuta e coerente rilevazione nell’ambito della metodologia degli studi di settore, e conseguentemente predisponendo in tal sede un vero e proprio «comitato di crisi», che veda la partecipazione delle categorie economiche e l’attivazione dell’amministrazione finanziaria, allo scopo di garantire l’effettiva rispondenza – secondo principi di equità, selettività e territorialità - dei parametri degli studi medesimi al ciclo recessivo in atto, anche, se del caso, riducendone la valenza probatoria.