28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Rischi di encefalopatia spongiforme trasmissibile (TSE)

L’EFSA valuta il rischio di TSE nel latte di piccoli ruminanti

Poiché la scrapie classica è una malattia animale che non risulta colpire l’uomo, tali conclusioni hanno delle implicazioni sulla salute animale, ma non su quella umana

Nel parere pubblicato oggi, il gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici (BIOHAZ) dell’EFSA ha valutato l’esposizione umana e animale agli agenti di encefalopatia spongiforme trasmissibile (TSE) derivanti dal latte e dai derivati del latte di ovini e caprini. Il gruppo BIOHAZ ha concluso che l’uso di latte e di derivati del latte provenienti da allevamenti con presenza di scrapie classica e, in minor misura, da ovini e caprini in generale (per la presenza di animali infetti che non abbiano sintomi clinici), potrebbe esporre gli animali e l’uomo agli agenti causali di tale TSE. Poiché la scrapie classica è una malattia animale che non risulta colpire l’uomo, tali conclusioni hanno delle implicazioni sulla salute animale, ma non su quella umana.

Lo studio dell’EFSA fa seguito a una richiesta della Commissione europea di emettere un parere in merito ad un recente articolo scientifico di Konold et al.[1], pubblicato l’8 aprile 2008 su BMC Veterinary Research, in cui si concludeva che la scrapie può essere trasmessa ad agnelli geneticamente sensibili attraverso il latte. La Commissione ha inoltre chiesto all’EFSA di aggiornare, se necessario, le attuali valutazioni del rischio sull’esposizione umana e animale alle TSE derivanti dal latte e dai derivati del latte di ovini e caprini.

Il parere va ad aggiornare la precedente dichiarazione dell’EFSA[2] che concludeva che il latte di piccoli ruminanti ha scarse probabilità di presentare un rischio di esposizione alla TSE, purché il latte provenga da animali clinicamente sani. «Tali nuovi conclusioni hanno implicazioni per la salute animale. Per quanto riguarda una possibile esposizione umana occorre tener presente che, a eccezione della BSE, non risulta che le TSE animali abbiano effetti sulla salute umana», ha dichiarato il prof. Dan Collins, presidente del gruppo BIOHAZ. L’EFSA ha già affrontato in dettaglio la questione se gli agenti di TSE riscontrati in ovini e caprini possano colpire l’uomo.

Il gruppo BIOHAZ dell’EFSA ha osservato che nel latte di pecore che incubano la scrapie classica, pur se asintomatiche e apparentemente sane, potrebbero essere presenti gli agenti causali di questa TSE. Il gruppo scientifico ha indicato che, variando considerevolmente tra gli Stati membri sia la presenza di scrapie che la produzione di latte ovino e caprino, è variabile anche il rischio di esposizione.

Il gruppo BIOHAZ dell’EFSA ha inoltre analizzato il rischio di esposizione alla scrapie atipica e ai patogeni della BSE[3]. Il gruppo scientifico ha osservato che non erano disponibili informazioni sulla presenza di questi patogeni della TSE nel latte dei piccoli ruminanti. Ad oggi è stato identificato solo un caso di BSE apparso in modo naturale nei caprini e nessuno negli ovini.

Il gruppo di esperti scientifici ha raccomandato di effettuare ulteriori ricerche per valutare il rischio di esposizione derivante dal latte, in particolare nel caso di scrapie atipica e BSE, e di valutare quanto accadrebbe ai patogeni della TSE se e quando il latte proveniente da greggi di ovini o caprini colpiti venisse trasformato per essere consumato come tale o sotto forma di altri prodotti lattiero-caseari.

L’agenzia francese per la sicurezza alimentare (Afssa) è in procinto di pubblicare un parere sulle possibili implicazioni per la salute animale e umana dei nuovi dati scientifici disponibili sulla trasmissione del patogeno della scrapie classica tramite il latte. L’EFSA e l’Afssa si sono tenute reciprocamente informate sul rispettivo lavoro in corso e sulle conclusioni delle rispettive valutazioni indipendenti del rischio.