«Necessari interventi mirati sulla PAC»
La Cia a Bruxelles lancia l’allarme: per l’agricoltura si spende male e se continua il disimpegno pubblico, si rischia di aprire scenari preoccupanti
Prezzi in crescita, riduzione dei consumi, invasione di prodotti di scarsa qualità dall’estero. Questo lo scenario che si potrebbe delineare davanti al disimpegno pubblico verso l’agricoltura italiana e alla mancanza di interventi per favorire lo sviluppo e la competitività delle imprese agricole. Il grido di allarme è venuto oggi a Bruxelles dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori nel corso del convegno che ha affrontato il tema della spesa regionale e dal suo rapporto con l’agricoltura.
Oggi -è stato rilevato- si spende sempre di meno e male nei confronti dell’agricoltura. Mancano interventi mirati a garantire reali prospettive per le aziende, che si ritrovano sempre più strette tra elevati costi di gestione (prezzi dei fattori produttivi, oneri sociali, credito) e quotazioni non remunerative. Il che si traduce in un costante e preoccupante calo dei redditi.
Se questa tendenza proseguirà, si corre il rischio -è stato denunciato durante il convegno della Cia- di favorire l’ingresso in Italia di prodotti agricoli di qualità inferiore e anche pericolosi per la salute, come si è visto negli ultimi sequestri. Questo perché, venendo meno il ruolo calmieratore della Pac e dell’intervento pubblico, i prezzi potrebbero salire e, in questo momento di difficoltà economiche e di crisi dei consumi, sarebbe deleterio.
Il panorama futuro è presto fatto. Meno finanziamenti significano -è stato rilevato- meno investimenti, più costi e oneri per le imprese, più cari i prezzi dei prodotti. E da qui il passo ad un aumento inflazionistico è breve. Così i consumatori, in una fase congiunturale delicata, si troverebbero costretti a scegliere prodotti più convenienti, ma anche meno sicuri sotto il profilo igienico e della qualità. E le nostre tavole, invase dallo «straniero», parlerebbero sempre meno «made in Italy» e il danno economico sarebbe disastroso e non solo per l’agricoltura.
Ecco perché -è stato detto al convegno della Cia- serve una spesa virtuosa verso l’agricoltura. Occorre sostenere il valore imprenditoriale del settore. In questi anni la Pac, pur con i suoi limiti e i suoi difetti, ha contribuito all’autosufficienza alimentare dell’Europa e ha mantenuto bassi i prezzi dei prodotti, oltre a favorire una forte struttura di aziende agricole. Il che, con le difficoltà di oggi, non è poco.
Quindi, è indispensabile promuovere un maggior uso delle risorse della Pac, mentre sarebbe sbagliato concludere che la fine, per l’Ue, dell’agricoltura sussidiata sarebbe un vantaggio per tutti. Per la Cia, invece, sarebbe l’inizio di un trend negativo, con la chiusura di imprese agricole, con il riaccendersi dell’inflazione, con nuove difficoltà per i consumatori, con il calo dei consumi «made in Italy», con il pericolo straniero per le nostre tavole. Da qui l’esigenza di razionalizzare e di rendere più produttiva la spesa pubblica in agricoltura. A giovarsene non sarebbero solo gli agricoltori, ma l’intera società.
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