19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Landi: «Rete ai distributori per rilanciare il sistema»

«Le Compagnie non investono ed i gestori pagano per tutti»

«Quando il mercato non è stabile, prima di tutto per effetto delle oscillazioni delle quotazioni del barile, a guadagnarci sono sempre in pochi, ma a rimetterci sono in tanti»

A fronte dei 330 milioni di euro di utili incassati dalle compagnie petrolifere*, i gestori hanno lasciato sul campo negli ultimi 2 anni circa il 30% del loro reddito tra maggiori costi, contrazione degli erogati, partecipazioni a campagne promozionali ed oneri finanziari derivanti dall’ utilizzo delle carte.

«Quando il mercato non è stabile, prima di tutto per effetto delle oscillazioni delle quotazioni del barile, a guadagnarci sono sempre in pochi, ma a rimetterci sono in tanti».
E’ quanto ha affermato il Presidente della Faib-Confesercenti, Martino Landi, ricordando che la categoria attende, mediamente da due anni, il rinnovo dei contratti scaduti e deve confrontarsi con i rappresentanti dell’industria petrolifera che piangono miseria e versano lacrime di coccodrillo».

«L’Unione Petrolifera, invece di giocare allo scaricabarile, chiamando in causa i gestori – ha sottolineato Landi - farebbe bene a richiamare le compagnie ad investire sulla rete, visto che è di loro proprietà per oltre il 60%. Altrimenti, diano luogo ad un processo governato di dismissioni, cedendo la rete ai gestori con contratti di convenzionamento: ci sarebbe un importante processo di ammodernamento, di investimenti e di risparmio per gli automobilisti. Non è certo per colpa dei gestori - ha concluso il presidente della Faib - se ancora oggi la rete conta il 28% di chioschi e il 29% d stazioni di rifornimento e solo il 41% di stazioni di servizio, mentre il non-oil incide sulla redditività delle aree in Italia solo per il 10% contro il 42% della Francia, il 45% del Regno Unito e il 48% della Germania.»

*(proiezioni Nomisma energia)