28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Crisi mercati finanziari

Mercati: le mille facce di una crisi

La crisi dei mercati che sta colpendo le economie mondiali comincia a farsi sentire nei vari settori dell’economia reale: dalle imprese alla disoccupazione, molti sono gli allarmi che preoccupano

La crisi dei mercati che sta colpendo le economie mondiali comincia a farsi sentire nei vari settori dell’economia reale: dalle imprese alla disoccupazione, molti sono gli allarmi che preoccupano.
Con la crisi finanziaria il rischio usura, come denunciato più volte in questi giorni dalla Confesercenti, è alle porte per gli imprenditori milanesi: secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano, realizzata ad ottobre su 300 piccole e medie imprese della provincia milanese e presentata questa mattina a Milano, sono tre su cento gli imprenditori a rischio usura nella provincia del milanese.

Secondo la ricerca, l'1,7% teme in futuro di dover ricorrere a prestiti personali a tassi superiori rispetto alle banche, lo 0,7% ci e' già ricorso in passato e lo 0,3% sta valutando proprio ora. Gli imprenditori a rischio usura sono in genere donne over-45, che creano micro-imprese perché spinti più dalle difficoltà presenti sul mercato del lavoro dipendente che pervera vocazione.
Non meno incoraggiante è il clima sul fronte dell’occupazione, dove la crisi potrebbe creare 20 milioni di disoccupati in più nel mondo entro la fine del 2009, secondo l'allarme lanciato dall'Organizzazione internazionale del lavoro, l’ILO. «Il numero di disoccupati - ha affermato il direttore generale dell’ILO, Juan Somavia – potrebbe passare dai 190 milioni del 2007 a 210 milioni entro il 2009».
«Vogliamo soprattutto sostenere l'intero sistema delle imprese, tutte le imprese affinché abbiano liquidità » – ha dichiarato con toni rassicuranti il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi,a margine di un incontro oggi a Milano.

«I provvedimenti che sono stati adottati nei confronti del sistema bancario - ha spiegato Sacconi- avevano quali ultimi destinatari le imprese nel loro insieme. Garantire liquidità alle banche ha voluto significare garantire liquidità alle imprese, e quindi eventuali altre misure sono sempre rivolte a questo scopo fondamentale: sostenere il credito all'impresa, sostenerlo attraverso le garanzie che alle imprese sono fornite, anche dai consorzi fidi e dalle cooperative di garanzia». «Noi dobbiamo guardare al sistema nel suo insieme - ha concluso - non a singole imprese e non a singoli settori». E alla domanda se ci siano due politiche diverse nel governo, Sacconi ha ribadito un secco«no, assolutamente, ci mancherebbe, c'e' una politica sola. Ho soltanto ripetuto quello che abbiamo fatto e quello che stiamo facendo».

Dalle colonne del quotidiano «La Stampa» il ministro ombra dell’Economia, Pierluigi Bersani, indica che «la strada è quella di detassare i redditi più bassi: lo spazio c'e«'. «E' tra gli 11 punti che presenteremo come emendamenti al decreto del governo sulle banche per allargarlo a famiglie e piccole e medie imprese», ha spiegato Bersani che precisa: «Uno 0,5% di Pil, pari a 7-8 miliardi di euro, messo subito nell'economia per i redditi medio bassi e' compatibile con la tenuta di strategia di pareggio del bilancio al 2011 al netto di un peggioramento della congiuntura, visto che l'Ue sta dicendo di voler usare lo strumento Maastricht con la massima flessibilità».

Bersani ha infine sottolineato che lo Stato in un frangente come questo «deve funzionare da elemento di garanzia e di stimolo all'economia non solo per le banche ma anche per le piccole imprese». L'esponente del Pd si mantiene infine cauto sull'ipotesi di fare della Cassa Depositi e Prestiti il fondo sovrano del Paese: «progressivamente - dice - potrebbe occuparsi delle reti strategiche, per radicarne l'azionariato in Italia: penso a quella elettrica, del gas, in caso di separazione a quella telefonica. Ma non facciamole fare all'Iri, che non e' il suo mestiere».