25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
26 gli alloggi ad alta efficienza energetica con notevoli risparmi sui consumi

Bioedilizia: presentato complesso realizzato da Coop Umbria casa

All’iniziativa ha contribuito la Regione Umbria con un contribuito di 900 mila euro

Edilizia sostenibile e fonti energetiche rinnovabili. Questi i criteri con cui Coop Umbria casa ha realizzato un complesso residenziale a Ponte Pattoli, nella periferia di Perugia, con il contributo finanziario della Regione Umbria nell’ambito del «Poa 2005». Il «Giardino dei tigli» è il nome del residence, composto da 26 appartamenti ad alta efficienza energetica, che consente notevoli risparmi sui consumi.

Tutti dotati di una serie di accorgimenti innovativi e in gran parte sperimentali, gli alloggi sono forniti di pannelli solari per la produzione di acqua calda e fotovoltaici per quella di energia elettrica, sfruttando una fonte naturale quale è il sole. Tra gli altri elementi sperimentali, caldaie a condensazione ad alto rendimento (circa il 25 per cento in più di quelle tradizionali), che utilizzano il gas della combustione per il riscaldamento dell’acqua, e integrate con un sistema a pavimento per il riscaldamento degli ambienti, dotato di una serpentina distribuita su tutta la superficie degli appartamenti, che consente di mantenere una temperatura gradevole e omogenea. Questo sistema, particolarmente innovativo, consente di ridurre il consumo per il riscaldamento abitativo invernale di circa il 50 per cento, rispetto ai canoni fissati dalla normativa in vigore con un evidente risparmio per gli inquilini degli immobili. Le abitazioni sono anche dotate di un sistema di infissi con vetri stratificati che contiene gas argon e contribuisce a migliorare l’efficienza energetica e a ridurre la dispersione di calore dagli ambienti interni.

I tetti sono ventilati, hanno una doppia falda e un’intercapedine in cui circola l’aria che non è, così, a contatto con il soffitto dell’ultimo piano, ma permette comunque di mantenere una temperatura costante e piacevole. Le mura perimetrali esterne sono di spessore elevato, circa 50 centimetri, quasi doppio rispetto a quello delle mura tradizionali, e sono in grado di aumentare l’inerzia termica e ridurre l’ingresso di aria esterna che modifichi la temperatura dell’ambiente abitativo. Il complesso, negli spazi condominiali esterni, è, inoltre, dotato di vasche di raccolta dell’acqua piovana, utilizzata per l’irrigazione dei giardini attraverso un sistema di pompaggio, alimentato con l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. Tra le novità assolute introdotte nella costruzione, un impianto di fitodepurazione per lo smaltimento di acque nere, attraverso cui i liquami vengono convogliati in fosse emax e, dopo essere stati decantati, con un processo chimico avviene la depurazione della acque, riutilizzate per l’irrigazione a goccia. Distribuiti su uno o due piani, gli alloggi, hanno dimensioni variabili tra i 50-60 mq e i 90 mq calpestabili e hanno un costo medio di 160 mila euro. Il contribuito erogato della Regione Umbria,che è pari a circa 900 mila euro, ha permesso di abbattere il costo degli alloggi di circa il 20 per cento dell’effettivo valore degli immobili.

«Fa parte della nostra strategia – ha spiegato Angelo Ammenti, vicepresidente e responsabile dell’ufficio tecnico di Coop Umbria casa – pensare che sia possibile inserire elementi di bioedilizia per diffondere una modalità costruttiva innovativa e ogni giorno più importante». «Il nostro – ha aggiunto il vicepresidente Ammenti - è stato uno dei primi progetti finanziati dal bando regionale Poa 2005, contributo che ci ha permesso di sperimentare e di realizzare un complesso residenziale con tipologie di case del tutto normali, con dimensioni contenute, ma dotate di elementi ad alta efficienza energetica nel rispetto dell’ambiente».

«L’iniziativa – ha spiegato Damiano Stufara, assessore alle politiche abitative e all’edilizia pubblica della Regione Umbria – si inserisce tra le politiche sull’abitazione a cui abbiamo voluto dare importanza dal punto di vista quantitativo, per dare risposta al disagio abitativo della regione, ma anche qualitativo». «Per questo – ha continuato l’assessore – abbiamo voluto sostenere questo progetto sperimentale che ci permetta, in futuro, di mettere a regime quanto provato sul campo».