28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione

3 italiani su 4 lontani da Ristoranti Cinesi dopo scandalo del latte

E' quanto emerge dalla presentazione dei risultati dell’indagine Coldiretti – Swg sulle abitudini alimentari degli italiani

Dopo lo scandalo del latte alla melamina quasi tre italiani su quattro (75 per cento) non frequentano i ristoranti cinesi. E' quanto emerge dalla presentazione dei risultati dell’ indagine Coldiretti – Swg sulle abitudini alimentari degli italiani , presentata nel corso del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Villa d'Este di Cernobbio.

Secondo l’indagine – precisa la Coldiretti - ben il 61 per cento degli italiani non è mai andato in un ristorante cinese mentre il 14 per cento ha smesso di non farlo dopo lo scandalo del latte contaminato dalla melamina che fatto ammalare migliaia di bambini. Non mancano quanti – continua la Coldiretti - hanno deciso solo di ridurre la frequenza (8 per cento) ed i più «temerari» che continuano ad andarci come o più di prima (17 per cento). Le importazioni in Italia di prodotti agroalimentari dalla Cina raggiungeranno nel 2008 il valore di quasi mezzo miliardo di euro e riguardano principalmente ortaggi e legumi (secchi, conservati o loro preparazioni) tra le quali spicca il concentrato di pomodoro. Sulla base dei dati Istat dal gigante asiatico – continua la Coldiretti - arrivano anche pesci, crostacei e molluschi, semi, sementi e piante medicinali, frutta, gomme, resine ed estratti vegetali e aglio.

Di fronte all'estendersi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente - sostiene la Coldiretti - estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini. Lo scandalo del latte contaminato da melamina - precisa la Coldiretti - è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi. Nel Paese asiatico si è registrato un aumento del 27 per cento delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007, rispetto all'anno precedente e le autorità sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza.

La Cina è peraltro il Paese che ha ricevuto dall'Unione Europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi nel 2007. Su un totale di 2933 notifiche ben 390 - conclude la Coldiretti - sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di metalli pesanti, ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati. Numerosi peraltro anche i casi di presenza di residui farmaci veterinari o di micotossine.