29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Confagricoltura chiede interventi urgenti

Mercato dei cereali: è crisi globale

Causata dall’eccezionale aumento della produzione mondiale di frumento (circa 70 milioni di tonn. in più rispetto al 2007) dal rafforzamento del dollaro sulle altre monete e dalla pesantissima crisi che stanno vivendo i mercati finanziari

Confagricoltura è estremamente preoccupata per il continuo peggiorare dell’andamento dei mercati cerealicoli, in Italia e a livello internazionale. «Si tratta di una crisi ormai globale» - ha commentato il Presidente Vecchioni - causata, oltrechè dall’eccezionale aumento della produzione mondiale di frumento (circa 70 milioni di tonn. in più rispetto al 2007) dal rafforzamento del dollaro sulle altre monete e dalla pesantissima crisi che stanno vivendo i mercati finanziari».

«In presenza di questi cambiamenti negativi ha continuato Vecchioni - i fenomeni speculativi legati ai contratti a termine (futures), che hanno segnato la seconda metà del 2007, si sono affievoliti e i prezzi di mercato risentono ora della pesantezza dell’offerta e di una domanda in crisi di liquidità, che tende a limitare gli acquisti allo stretto fabbisogno di trasformazione mensile.»

E’ proprio la pesantezza dell’offerta a livello europeo a rendere più complessa la situazione dei mercati cerealicoli: da importatore abituale l’UE si ritrova quest’anno a dover esportare grandi quantità di cereali nel resto del mondo, per scongiurare una caduta senza precedenti dei prezzi comunitari.

Non è un caso che la Commissione Europea, fortemente pressata dalle Organizzazioni degli agricoltori, abbia finalmente deciso il 16 ottobre di ripristinare i dazi all’importazione dei cereali, che erano sospesi dal luglio 2007.

«Tuttavia – rimarca Confagricoltura - non c’è stato ancora l’atteso «decollo» delle esportazioni di grano tenero e mais, in cui tradizionalmente la Francia fa la parte del leone. Pesa infatti la concorrenza di Russia, Ucraina e Canada, che hanno fortemente incrementato le forniture di grano di bassa qualità ai Paesi del Nord Africa e della Penisola Arabica, mentre gli Stati Uniti e il Kazakistan stanno esportando significative quantità di frumento duro in Iran e Paesi limitrofi.

Di conseguenza i prezzi dei cereali nell’UE continuano a diminuire, settimana dopo settimana. In particolare difficoltà il mais, il cui prezzo è diminuito del 40% in quattro mesi passando da 220 a 135 euro/tonn. e in alcuni Paesi, come Ungheria e Bulgaria, è sceso addirittura al di sotto della soglia «psicologica» dei 101 euro/tonn., corrispondenti al prezzo di consegna all’intervento.

Fortemente negativa – aggiunge Confagricoltura - anche la tendenza dei prezzi del frumento, sia duro che tenero. Sulla piazza di Foggia una tonnellata di grano duro vale oggi 200 euro in meno di sei mesi fa, e 100 euro in meno rispetto allo scorso giugno. In presenza di una abbondante produzione di grano duro, che quest’anno potrebbe ridurre di molto la dipendenza dell’industria pastaria nazionale dalle importazioni, i molini non sembrano interessati a comprare, sperando nel protrarsi dei ribassi.
Dal canto loro i produttori non intendono svendere il proprio grano, che quest’anno registra ottime rese e un buon tenore proteico, soprattutto al Sud, anche perché gli aumenti dei mezzi tecnici (soprattutto i concimi, che hanno registrato aumenti dall’80 al 150% in un anno) ha portato il costo di produzione del frumento a un livello tale da non poter essere ripagato dal prezzo corrente.

Data la gravità della situazione, Confagricoltura ha chiesto al ministro Zaia di sostenere in sede UE l’esigenza di un significativo aumento della quantità di mais consegnabile all’intervento, in modo da tonificare il mercato di questo cereale. Al tempo stesso, come misura indiretta di sostegno dell’offerta, Confagricoltura ritiene altresì opportuno che sia mantenuta nel 2009 la messa a riposo dei terreni, di cui è stata proposta l’abolizione nel quadro della prossima riforma della PAC, facendo salva la possibilità di una sua sospensione se le condizioni di mercato lo consentiranno.