29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Crisi Parmigiano Reggiano

Zaia: «Pronti tre piani di intervento per risolvere la crisi del Parmigiano e del Grana»

«La prima: ritireremo, attraverso l’Agea, 100 mila forme di Parmigiano Reggiano e altrettante di Grana Padano per aiutare i produttori in crisi»

«Interveniamo oggi a sostegno di un settore che ha fatto della qualità la strada maestra per raggiungere i mercati mondiali, dando così risposte concrete in grado di superare le ipotesi di stato di crisi che alcune parti hanno pure avanzato in queste settimane».
Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, nel corso dell’incontro con il Consorzio per la tutela del Parmigiano-Reggiano, una delle tappe della sua visita in provincia di Parma, organizzata per discutere con i rappresentanti delle diverse filiere i temi di più stretta attualità del settore nella regione. Fra questi: la crisi del Parmigiano Reggiano.

«Quello che mettiamo sul tavolo – ha spiegato Zaia - è una strategia di intervento in tre mosse. La prima: ritireremo, attraverso l’Agea, 100 mila forme di Parmigiano Reggiano e altrettante di Grana Padano per aiutare i produttori in crisi. Le forme verranno acquistate a prezzi di mercato e saranno poi distribuite agli indigenti, sempre a pezzi di mercato, attraverso il canale delle ONLUS e delle associazioni di volontariato». Grazie al ritiro, sarà possibile ottenere gli aiuti comunitari previsti in questi casi.

Dal 1987 la Commissione Europea eroga infatti a ciascun paese dell’Unione un fondo destinato alla distribuzione di prodotti alimentari per la popolazione indigente. Nel 2009 l’Italia avrà a un budget raddoppiato rispetto ai fondi assegnati nel 2008 (66,4 milioni di euro) grazie alla trattativa di successo condotta in sede europea.
«Stiamo lavorando a questo progetto – ha aggiunto il Ministro - già da un mese ed abbiamo negoziato in tempi non sospetti uno stanziamento di ben 129,2 milioni di euro».

In Italia il piano di intervento a favore delle fasce di popolazione più deboli è gestito dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) attraverso le principali organizzazioni caritative riconosciute (tra cui Croce Rossa Italiana, Caritas, Banco Alimentare). Ogni anno queste associazioni garantiscono assistenza a oltre 15.000 strutture senza scopo di lucro (centri di accoglienza, parrocchie, mense) e a oltre 2 milioni di indigenti. I Consorzi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano si sono impegnati ad integrare il volume di prodotto che verrà ritirato con una loro donazione gratuita.
Secondo passo della strategia: «Creeremo – ha detto Zaia - un tavolo con la GDO, che sarà coordinato dal Mipaaf, ed infine – terza e ultima mossa – proprio a livello della grande distribuzione organizzata, predisporremo una campagna di promozione internazionale. Del resto, chiedere la collaborazione della GDO per rilanciare il consumo di Parmigiano-Reggiano è un passo ineludibile».

Il tavolo di lavoro con la GDO «punterà a soppiantare le promozioni che utilizzano il Parmigiano-Reggiano come prodotto ‘civetta’, deprimendo così il valore di un prodotto d’eccellenza e di grande qualità».
Occorre inoltre potenziare la vendita dei prodotti caseari DOP all’estero, grazie ad una incisiva campagna di promozione.
«In questo senso – ha annunciato il Ministro – potrà avere un ruolo chiave Buonitalia, la società per la promozione dell’agroalimentare italiano, un vero cavallo di troia per sfondare sui mercati stranieri con interventi coordinati».

Su quest’ultimo punto, il Ministro Zaia ha precisato che «in futuro, l’intervento del Mipaaf potrà venire esclusivamente se Grana Padano e Parmigiano Reggiano saranno in grado di proporre un’unica strategia coordinata di promozione nel mercato interno ed estero. Da questo presupposto si potrà partire per un serio progetto di interprofessione che leghi la filiera del Gran e quella del Parmigiano, vera spina dorsale della filiera lattiero casearia italiana».

«Questi due formaggi sono importanti biglietti da visita del made in Italy, capaci di ‘trascinare’ la vendita di altre produzioni di qualità. Non parliamo quindi di crisi di mercato, perché questi prodotti mal si associano al termine crisi. Dobbiamo guardare avanti. Parmigiano e Grana Padano hanno ciascuno una storia e una tradizione alle spalle, così solide e forti da permetterci di costruire insieme un ambizioso progetto comune di rilancio».