4 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Crisi mercati finanziari

Ripartire dal lavoro

Damiano: «La ricetta di politica economica è complessa perché la crisi è complessa»

Trovare una via di fuga, una soluzione rapida ed efficace per limitare i danni che la crisi finanziaria mondiale rischia di provocare all’economia reale. Il compito è difficile, ma possibile. «La ricetta di politica economica è complessa perché la crisi è complessa», afferma Cesare Damiano, viceministro del Lavoro del governo ombra del Partito Democratico, a margine dell’incontro che il PD ha dedicato al tema del lavoro e dei salari.

«C'è un aspetto finanziario, - continua - un'economia di carta che in qualche modo va aiutata ad uscire dalla sua crisi, ma non lasciando dopo le cose come stavano. Perché l'economia di carta, come abbiamo visto, non solo non regge ma avrà un impatto negativo con l'economia reale». «In secondo luogo - prosegue l'esponente del Pd – bisogna evitare che crisi industriali, ad esempio la stretta del credito, possano avere ripercussioni di carattere occupazionale di cassa integrazione, creando così una situazione di aumento del tasso di disoccupazione, già in salita in questo paese».

Potere d’acquisto. Per il viceministro ombra il problema legato al potere d’acquisto e ai consumi è di urgente e fondamentale importanza. «Bisogna abbassare la pressione fiscale sulle retribuzioni, - dice - estendere la quattordicesima del governo Prodi alle pensioni basse e progressivamente a quelle medie». Questa, continua l’esponente PD, sarebbe «una misura di equità sociale ma anche una misura di politica economica importante». «Più potere d'acquisto, più consumi significa fermare, mettere in retromarcia una situazione di crisi e recessione. Le nostre proposte - continua Damiano - sono da questo punto di vista molto precise: equità si coniuga con sviluppo»

Sicurezza. Strettamente legata al tema del lavoro è anche il tema della sicurezza. Damiano, ai microfoni di Ecoradio, ricorda l’impegno del governo Prodi in merito e lancia un appello all’attuale Esecutivo affinché «applichi le leggi che abbiamo fatto. Chiediamo, per questo, che il testo unico sulla sicurezza del governo Prodi venga varato in tutte le sue parti». «Il Governo - continua Damiano - dice di andare nella stessa direzione che noi abbiamo iniziato ma invece il testo è stato toccato in ben 11 parti. C'è stato un abbassamento del livello delle tutele. Loro voglio semplificare ma in realtà si arriva solo ad un abbassamento del livello delle tutele. La legge va applicata. Questa è la richiesta che noi avanziamo». Dopo il richiamo al governo, Damiano chiede un segnale forte anche a Confindustria che «dovrebbe spingere per applicare questa legge. Visto che Emma Marcegaglia si è dedicata ai temi della sicurezza sul lavoro. Siamo tutti d'accordo sulla prevenzione e sull'informazione – conclude il ministro ombra - ma non fermiamoci all'aspetto delle sanzioni».

Precari. Cesare Damiano ne approfitta anche per replicare alle dichiarazioni del ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta. L’esponente del governo aveva polemizzato con il senatore Ignazio Marino e il vice ministro ombra Cesare Damiano per la loro propensione a «dare numeri a casaccio». I «numeri» in questione erano relativi alla quantità di lavoratori precari della P.A. che avrebbero subito un impatto occupazionale a causa delle misure del governo. Non si fa attendere la replica Damiano: «Il ministro Brunetta gioca con le persone e bara sui numeri. Fin dall'inizio abbiamo detto, chiaramente, che 60mila era il numero di lavoratori precari nell`intera P.A. che subiranno un primo impatto occupazionale a causa delle misure del governo. Nessuno ha mai detto che tale numero facesse riferimento ai dipendenti precari della ricerca». Precisazione, quest’ultima, a cui si è invece appigliato Brunetta per la sua dichiarazione.

Aggiornamento delle ore 21.05
Il PD ha organizzato 4 incontri in diverse città italiane per presentare le proposte del partito sul lavoro. Al momento di chiudere la pagina le agenzie stanno battendo le dichiarazioni di Enrico Letta.

CRISI MUTUI: E.LETTA, EUROPA NON E' PROBLEMA MA SOLUZIONE (ANSA) - TORINO, 13 OTT - «A questo punto spero si sia capito che l'Europa non e' il problema. La poca Europa e' il problema. L'Europa invece e' la soluzione». Lo ha affermato il ministro ombra del Pd Enrico Letta, commentando a margine di un appuntamento del partito a Torino l'intesa anticrisi raggiunta dai 15 paesi europei riuniti a Parigi. «L'economia e i mercati - ha sottolineato - hanno bisogno di regole e di autorita' che le facciano applicare a livello europeo. La colpa dell'accaduto - ha aggiunto - e' in buona parte degli inglesi, che non hanno voluto che ci fosse un'autorita' unica per la vigilanza a livello bancario europeo. L'economia e la finanza sono globali. Accanto non possono non esserci autorita' globali, regole globali, e soprattutto la capacita' di difendere i consumatori a livello globale».

(ANSA). CRISI MUTUI:E.LETTA,DOPO TENTENNAMENTI TROVATA STRADA GIUSTA (ANSA) - TORINO, 13 OTT - «Mi sembra che dopo una settimana di tentennamenti delle istituzioni internazionali e anche di quelle europee sia stata presa la strada giusta»: cosi' il ministro ombra del Pd Enrico Letta giudica l'esito dell'accordo raggiunto dai 15 paesi europei riuniti ieri a Parigi. «Il giudizio - ha detto parlando a margine di un appuntamento del Pd regionale a Torino - per ora e' sicuramente positivo. Questa e' la strada sulla quale muoversi, bisogna far ripartire la fiducia. L'atteggiamento della politica e delle istituzioni deve essere improntato alla responsabilita' nazionale. In questo momento la gente pensa ai propri risparmi, per questo c'e' bisogno di far circolare la fiducia». «Occorre - ha aggiunto - tornare all'economia reale. Uno dei motivi per cui tutto e' saltato e' la finanza creativa che ha trasformato i passivi in attivi, dato stipendi da capogiro, e fatto in modo che tutto fosse calcolato sui tre o sui sei mesi, anziche' sui risultati veri. Questo ha spostato tutto dal reale al virtuale, ma ora e' necessario tornare al reale: c'e' bisogno di regole e di autorita' che riescano a farle rispettare in Europa».