29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Lavoro precario

Lotta al precariato: la ricetta della Cisl lucana

«Censire il fenomeno del precariato nella pubblica amministrazione regionale, omogeneizzare le forme contrattuali impiegate, distinguendo tra consulenza e attività ordinaria»

Censire il fenomeno del precariato nella pubblica amministrazione regionale, omogeneizzare le forme contrattuali impiegate, distinguendo tra consulenza e attività ordinaria, definire con il sindacato un calendario per la regolarizzazione degli oltre 350 lavoratori precari impiegati presso la Regione Basilicata e gli enti sub regionali, varare una legge che disciplini in modo organico la materia. Questa in sintesi la proposta che la Cisl lucana, unitamente alla categoria degli atipici Alai, porta in dote al dibattito apertosi in queste settimane sul precariato pubblico, un contributo che intende approfondire e, ove possibile, arricchire la piattaforma confederale elaborata insieme a Cgil e Uil.

«Il primo monitoraggio sulla diffusione del precariato negli enti pubblici regionali - si dice nel documento - evidenzia come il ricorso alle forme contrattuali atipiche sia stato di gran lunga superiore a quanto accaduto nel settore privato e abbia consentito alla pubblica amministrazione di eludere il blocco alle assunzioni imposto dalle leggi finanziarie degli ultimi quindici anni. Una pratica che nel tempo è diventata la «norma». Se consideriamo, inoltre, che il 95% di questi contratti atipici supera i 12 mesi di durata ed il 60% addirittura i 36 mesi, è lecito domandarsi se ci troviamo ancora di fronte ad esigenze straordinarie, temporanee o saltuarie. In questi anni l'attività amministrativa ha richiesto competenze e professionalità sempre più specifiche, tanto che molte di queste nuove funzioni sono svolte esclusivamente da giovani lavoratori precari, per la quasi totalità in possesso di lauree specifiche, di specializzazioni e di una competenza professionale ormai maturata nel lungo periodo di attività già svolta.

Alla quasi totalità di questi lavoratori nei prossimi 3 mesi scadrà il contratto. Possiamo permetterci di disperdere un patrimonio di risorse umane qualificate che ha contribuito in modo determinante al buon funzionamento della complessa macchina amministrativa regionale? Il tempo e la pratica hanno dimostrato che queste professionalità non sono né temporanee né straordinarie». Ecco allora che per Cisl e Alai Basilicata «si impone l'adozione di una legge regionale che disciplini in modo organico e non approssimativo, come avvenuto in passato, la materia, unita ad una seria programmazione delle stabilizzazioni, con l'obiettivo di non sottrarre professionalità consolidate alla pubblica amministrazione e garantire ai lavoratori il giusto riconoscimento contrattuale e retributivo, nella consapevolezza che l'accesso alla pubblica amministrazione debba avvenire esclusivamente attraverso selezioni pubbliche.

La proposta della Cisl e dell'Alai in otto punti:
1) mettere ordine nelle diverse tipologie di rapporti di lavoro precari attualmente attivi presso la Regione e gli enti sub regionali;
2) distinguere in maniera chiara e definitiva le attività di consulenza, ricerca e studio dalle attività ordinarie istituzionali, comprese quelle legate alla programmazione comunitaria;
3) censire tutti i rapporti ad oggi attivi tra Regione e soggetti terzi quali ministero dell'Ambiente, del Lavoro, delle Attività produttive, Formez etc., verificandone la natura contrattuale e la scadenza nell'evidenziare che l'attività si e' svolta ad esclusivo beneficio della Regione;
4) definire una programmazione temporale, negoziata e condivisa con le organizzazioni sindacali degli interventi di regolarizzazione lavorativa, in ragione delle diverse attività, mansioni e natura del lavoro svolto dai precari;
5) emanare una specifica norma regionale che indichi in maniera chiara il percorso di stabilizzazione occupazionale di tutti i lavoratori precari impiegati presso la Regione Basilicata e gli enti sub regionali, ivi compresi i lavoratori a somministrazione che da anni svolgono a tu tti gli effetti attività istituzionali ordinarie e continuative in sostituzione delle carenze di organico degli stessi enti;
6) prorogare i rapporti di lavoro in scadenza per non meno di ulteriori 6 mesi, tempo necessario ad avviare i processi di stabilizzazione occupazionale;
7) definire una programmazione temporale degli ingressi nella dotazione organica regionale articolata per fasi da realizzarsi entro i prossimi 3 anni;
8) riconoscere che le attività svolte per un periodo superiore a 6 mesi continuativi, attraverso il ricorso al lavoro interinale, ascrivibili ad attività istituzionali e ordinarie, dovranno essere oggetto dell'avvio delle ordinarie procedure di copertura attraverso l'emanazione di appositi bandi di concorso.