29 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Manifestazione CISL

Bonanni al Governo: «Risposte o sarà sciopero»

«Vogliamo un tavolo di confronto dove decidere cose semplici: quanto si restituisce a lavoratori e pensionati, e quali misure anticicliche si mettono in piedi per contrastare la fase di recessione»

«La Cisl è il sindacato della responsabilità. Noi siamo per le riforme e chiediamo un governo condiviso delle questioni economiche e sociali del paese.» Con queste parole il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni ha aperto oggi a Roma al Palazzetto dello sport, l'assemblea dei quadri e delegati della Cisl. Più di cinquemila i lavoratori presenti alla manifestazione, senza contare quelli che non sono riusciti ad entrare nella struttura per mancanza di spazio.

«Dedichiamo questa giornata ai morti sul lavoro -ha detto in apertura il leader della Cisl- perché la sicurezza non può essere un optional ma una priorità del paese. Noi daremo voce nei prossimi giorni, con una mobilitazione in tutte le città italiane ed in tutti i posti di lavoro, all'Italia che lavora con coraggio e responsabilità. Oggi è in gioco l'unità dei lavoratori e non solo delle organizzazioni sindacali. Ma sia chiaro: l'unità non è un fine. E' uno strumento. Ci vuole tolleranza, disponibilità, senso di responsabilità. Perchè non si vuole riconoscere che il pluralismo sindacale è una ricchezza nel nostro paese ? Anche la natura autonoma del sindacato oggi è in discussione, la sua natura di soggetto contrattuale. Ecco perché siamo qui oggi. Siamo qui a salvaguardare l'identità culturale e sociale della Cisl. Noi abbiamo vinto. Gli altri hanno perso. Che significa -si è chiesto Bonanni- dopo mesi di discussione con la Confindustria, tornare alla piattaforma unitaria? Dopo i fallimenti che abbiamo registrato degli ultimi dieci anni, quanta pazienza dobbiamo avere ancora? Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.

Nel 1998 e nel 2004 si buttarono i fogli per aria, quando pure i Governi e le aziende erano pronti a modificare il sistema contrattuale. Non vogliamo che si ripeta quella stessa scena anche nel 2008. Se dovesse rivincere una posizione radicale e antagonista del sindacato, vincerebbero anche le posizioni più conservatrici e retrò della Confindustria. Noi non vogliamo più che gli industriali diano dei soldi sotto banco o come elargizioni paternalistiche ai loro dipendenti come è accaduto l'anno scorso con la Fiat o in altre aziende. Noi vogliamo che i soldi siano dati alla luce del sole. Ma non si può pretendere che la Cisl si accodi alle decisioni di altri sindacati come se fosse un satellite. Così come non abbiamo bisogno di badanti. Abbiamo bisogno di forze politiche che ci dicano quale modello di relazioni sindacali bisogna avere nel nostro paese. Questo è il punto centrale. E poi non si possono dire bugie per giustificare ancora una volta un diniego. La Cgil dà i numeri pur di delegittimare la trattativa. Noi abbiamo riconosciuto lo sforzo di Confindustria di aver alzato l'indice «truffa» del governo sull'inflazione programmata. Ma la Cgil dice che non va bene. Ci vuole di più. Evidentemente pensa ancora alla scala mobile. Ma la scala mobile è stata seppellita. E lo abbiamo fatto grazie al sacrificio di uomini come Ezio Tarantelli. Con il nuovo meccanismo previsto dal documento che stiamo discutendo con Confindustria c'è la certezza del recupero e della decorrenza degli aumenti in caso di scostamento tra l'inflazione previsionale e quella reale.

La tutela del salario si ottiene grazie al tridente:contratto nazionale, aziendale e detassazione. Alla Confidustria diciamo che speriamo che possa cadere anche la foglia di fico sulla estensione a tutti del contratto aziendale o territoriale, legittimato da una detassazione e dalla decontribuzione. Su questo metteremo anche il Governo alla prova. La Cisl non e' timida: e' cauta con questo governo perché cerca un accordo. Ma se le nostre richieste non saranno accolte, se la Cisl non ottiene quello che chiede, lo sciopero lo faremo noi. E non sarà uno sciopero politico. Sarà uno sciopero sindacale contro il governo Berlusconi. Abbiamo in Italia salari e pensioni da fame. Il governo ha fatto una Finanziaria inadeguata, ci dica come vuole intervenire a favore dei salari e delle pensioni. Vogliamo un tavolo di confronto dove decidere cose semplici: quanto si restituisce a lavoratori e pensionati, e quali misure anticicliche si mettono in piedi per contrastare la fase di recessione. Su questo daremo un giudizio al governo: ma senza mettere il carro davanti ai buoi.

Lo sciopero della Cisl vale doppio perché non è mai uno sciopero politico. Andiamo avanti e puntiamo all'unita' di tutti i lavoratori. Miriamo all'alleanza di tutte le realtà di buona volontà, che sono numerosissime e devono trovare il coraggio della responsabilità. Questo vale anche per la scuola ed il pubblico impiego. Siamo stufi di pagliacciate, delle continue minacce, dei talk show, della demagogia. Non bastano i grembiulini, i fiocchi ed il ripristino del voto in condotta a giustificare i tagli che il governo vuole fare alla scuola pubblica. Non vorremmo che fosse un alibi per coprire la politica famelica del Ministro Tremonti. Ma attenti a non buttare il bambino e l'acqua sporca. Vogliamo discutere sulla scuola,come ci ha indicato il presidente Napolitano che pubblicamente ringraziamo. Quando un capo dello stato alza la voce, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Noi siamo per la riforma della scuola, una scuola di popolo che non deve essere da meno di quella privata. Non proclamiamo lo sciopero perché in Cisl spetta alle categorie farlo. Ma si va verso lo sciopero. E se non si vuole che la Cisl faccia lo sciopero, il governo si faccia sentire con un nuovo programma per la scuola che deve essere una scuola di tutti.«