Boccia e Bersani: «Sconcerto per governo che continua a non dare risposte»
«Il governo – sostiene Bersani - si rifiuta di offrire ogni minimo segnale di trasparenza»
«Oltre agli effetti del fallimento di Lehman brothers sui conti del Tesoro, sui risparmiatori e sui bilanci delle Regioni, attendevamo da dieci giorni, e con noi il Paese, risposte chiare e dettagliate su alcuni interrogativi». Lo dichiara il deputato del Pd Francesco Boccia, primo firmatario di un’interpellanza urgente al ministro Tremonti.
«Quanta parte del debito pubblico italiano – chiede Boccia - è a rischio Lehman essendo stato coperto con derivati creativi (ammontare dell’headging)?
E’ vero che le perdite causate dalle operazioni con Lehman ammonterebbero a 1,5 miliardi e in queste ore si sta tentando di occultarle con altre operazioni creative?
Tra le controparti del Tesoro, vogliamo sapere se ci sono altre banche a rischio, tra queste Morgan Stanley e Goldman Sachs e a quanto ammonta l’eventuale esposizione con queste banche?
Intende il governo bloccare immediatamente l’utilizzo di derivati impropri facendo emergere nel bilancio dello Stato e in quello delle Regioni il rischio effettivo, oggi indicato dai principali operatori per 35 miliardi di euro, e non solo i flussi finanziari?
Infine, avremmo voluto essere informati, e con noi tutti i risparmiatori italiani, sui numeri reali delle obbligazioni Lehman e delle altre banche a rischio nelle mani dei privati».
«Ma il ministro Tremonti – conclude Boccia - dopo aver fatto stamani in aula un misero intervento teso ancora una volta a nascondere la realtà, nel pomeriggio non si è presentato a rispondere in aula alle nostre domande come era previsto all’ordine del giorno della Camera. E’ un comportamento grave, scorretto verso il Parlamento e verso i risparmiatori e, a questo punto, preoccupante perché aumenta il timore che il ministro dell’Economia nasconda la verità al Paese o non sappia che fare».
«Il governo – ha detto il ministro dell’Economia del governo ombra del Pd Pier Luigi Bersani - si rifiuta di offrire ogni minimo segnale di trasparenza, confermandosi come l’unico in Europa a rimanere in silenzio, addirittura non rispettando gli obblighi regolamentari nei rapporti fra governo e Parlamento. Un comportamento che lascia sconcertati e accresce i nostri timori su come l’esecutivo intende affrontare una crisi così delicata».
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