23 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Rabboni chiede un incontro urgente con il Ministro e lo stato di crisi

Parmigiano Reggiano: chiesto lo stato di crisi

«Occorre lavorare insieme per una generale riorganizzazione del settore e promuovere le aggregazioni dei produttori»

Un incontro urgente con il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia per illustrare la situazione del comparto e attivare la richiesta di stato di crisi, ma anche il ritiro dal mercato di una quota di prodotto per favorire una ripresa dei prezzi all’origine e misure sul fronte del credito per alleviare le situazioni di maggiore esposizione debitoria di caseifici e allevatori.

Sono questi i primi provvedimenti annunciati dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni al termine della riunione del tavolo di crisi per il Parmigiano Reggiano svoltasi questa mattina a Bologna. «Le difficoltà che il settore sta attraversando sono molto gravi a causa di una forbice crescente, per i produttori, tra costi e ricavi – ha spiegato Rabboni - Le chiusure di allevamenti e caseifici cominciano a essere non più fisiologiche. Stiamo lavorando perché questo patrimonio importante dell’Emilia-Romagna non venga disperso.»

«Per fare questo occorre agire su due fronti – ha sottolineato Rabboni - e affiancare a un pacchetto di misure urgenti, capaci di dare respiro al settore nell’immediato, anche una generale riorganizzazione del comparto, cui lavorare tutti insieme: Consorzio di tutela, Organizzazioni agricole e cooperative, Amministrazioni locali. L’obiettivo deve essere quello di promuovere forme di aggregazione dei produttori e dare vita a organizzazioni commerciali dei caseifici, in grado di essere interlocutori più forti sia sui mercati internazionali sia nei confronti della grande distribuzione organizzata».

Secondo i dati forniti dal Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, attualmente il costo alla produzione di questo formaggio oscilla tra i 7,97 e gli 8,23 euro al kg, a fronte di un prezzo all’ingrosso compreso tra i 7,20 e i 7,80 euro. Il prezzo medio allo scaffale va dai 13,90 ai 15,90 euro al kg ma – secondo dati della grande distribuzione - la maggior parte del prodotto (una percentuale che si aggira sul 70%) viene ormai venduta nei supermercati attraverso iniziative promozionali a prezzi che vanno dai 7,90 agli 9,50 euro.
All’origine di questa situazione vi è in primo luogo la debolezza commerciale dei produttori divisi tra 430 caseifici e chiamati a confrontarsi con 5 gruppi di acquisto dotati di un grandissimo potere contrattuale.

Da qui la necessità di lavorare per promuovere forme di aggregazione, a partire dalle organizzazioni di prodotto e per avviare interventi coordinati sul fronte della commercializzazione e della promozione, anche – ha sottolineato Rabboni «con la messa a disposizione di risorse straordinarie da parte della Regione».
Un ulteriore incontro del tavolo di crisi per affrontare questi temi è già stato annunciato per le prossime settimane, ma Rabboni ha anche annunciato che sottoporrà al Ministro il tema di un intervento legislativo a livello nazionale per disciplinare le vendite promozionali e sottocosto dei prodotti alimentari.
Sempre nelle prossime settimane è in programma un incontro con i Consorzi di Garanzia per mettere a punto un pacchetto di proposte sul fronte finanziario da sottoporre al sistema bancario per aiutare allevatori e caseifici in condizioni di eccessivo indebitamento.