18 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Riforma della Scuola

Dacrema (Cgil): «Gelmini tira dritto e sottrae 8 mld in tre anni»

Emanato definitivamente piano programmatico attuazione tagli

Il piano programmatico di attuazione dei tagli nella scuola previsti dalla legge 133/08, «è stato definitivamente emanato ed è esattamente identico alla bozza diffusa dal ministero nei giorni precedenti l’incontro con i sindacati: la Gelmini tira dritto e sottrae alla scuola 8 miliardi di euro in tre anni». Ad affermarlo è il responsabile del dipartimento Formazione e Ricerca della Cgil Nazionale, Fabrizio Da crema, nel sostenere che: «Come era prevedibile il ministro Gelmini non ha tenuto in alcun conto di quanto emerso nel confronto con le organizzazioni sindacali di venerdì scorso».

Il ministro dell’Istruzione, aggiunge, «si conferma nel ruolo di esecutore delle decisioni prese dal ministro dell’Economia, senza margine alcuno di autonomia decisionale da giocare nel confronto con le parti sociali». Vengono dunque confermate, precisa il sindacalista, «tutte le indicazioni programmatiche, tradotte poi in Regolamenti, cui è affidato il compito di individuare le misure organizzative per far funzionare la scuola con 87.000 docenti e 43.000 ata in meno».

Inoltre, elenca Dacrema, «torna il maestro unico e l’orario solo antimeridiano nella scuola elementare e dell’infanzia, dopo quasi quarant’anni in cui in questi settori scolastici la pluralità docente ha assicurato qualità educativa, attestata da tutte le indagini internazionali, e ha risposto ai bisogni sociali delle famiglie e delle donne che lavorano». Così come, continua, «si prevede il superamento degli insegnanti di inglese della scuola elementare attraverso una formazione insufficiente (150/200 ore) dei maestri unici mentre il tempo pieno sopravvive solo in relazione alla disponibilità di organici, fino a quando e nella misura in cui questa ci sarà, ed è comunque stravolto nel suo modello di funzionamento, ridotto a servizio di doposcuola a domanda individuale».

Ancora, «è reintrodotto l’anticipo nella scuola dell’infanzia come risposta dequalificata alla mancanza di servizi educativi per la fascia 0-3. Sono ridotte le sedi scolastiche, aumentano gli alunni per classe, sono ridotte tutte le risorse professionali che operano per l’integrazione dei disabili e degli alunni non italiani, sono cancellate tutte le contemporaneità di orario dei docenti utilizzate per contrastare l’insuccesso scolastico e la dispersione». Quanto alla riduzione del personale ata, «questa - spiega Dacrema - provoca pesanti problemi di gestione e ostacola i progetti di apertura delle scuole al pomeriggio. Migliaia di precari che lavorano da diversi anni perderanno il posto di lavoro senza alcuna forma di ammortizzatori sociali. I centri di educazione per gli adulti riducono pesantemente la loro offerta formativa, soprattutto a discapito delle esigenze formative delle fasce deboli della popolazione adulta (i precari, gli immigrati, gli anziani)».

«Secondo il Ministro Gelmini - dice il dirigente sindacale Cgil - questi tagli servono per qualificare la scuola. Invece le risorse tagliate non saranno reinvestite nella scuola ma serviranno a fare cassa. Anche la promessa di reinvestire il 30% nel 2012 per attivare le carriere professionali dei docenti, probabilmente, non sarà nemmeno sufficiente a compensare la perdita del potere di acquisto. Gli effetti di questa manovra - conclude Dacrema - sono in realtà solo destinati a destrutturate la scuola pubblica per creare le condizioni della sua privatizzazione».