25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Lavoro precario e contratti

I Precari ISTAT si mobilitano per i rinnovi contrattuali

di Fabio de Nardis, dipartimento Università e Ricerca Prc-Se

Anche i lavoratori Istat si mobilitano. L’istituto non ha diffuso i dati sull'occupazione e la disoccupazione nel secondo trimestre del 2008 per via dell'agitazione dei lavoratori del Servizio che realizza l'indagine sulle forze di lavoro. I lavoratori protestano contro la decisione del Consiglio d'Istituto (l'organo decisionale dell'Istituto Nazionale di Statistica) di esternalizzare la Rete di rilevazione, attualmente composta da 317 rilevatori Co.Co.Co. che dal 2002 sono in attesa del rinnovo contrattuale. Nonostante la nuova indagine sulle forze lavoro sia a pieno regime ormai da cinque anni, la forma contrattuale dei rilevatori non ha ancora trovato una soluzione definitiva.

Dal punto di vista scientifico la costituzione della rete di rilevazione ha rappresentato una delle più interessanti innovazioni realizzate dall'Istat negli ultimi anni e ha garantito una rilevazione dei dati sistematica e affidabile, gestita da giovani di alta professionalità.

Ogni trimestre i rilevatori raggiungono le famiglie campionate ai fini di ricerca per svolgere una intervista dettagliata sulle condizioni di lavoro di tutti i membri del nucleo familiare. Dal momento che è molto importante che ciascun membro della famiglia racconti in prima persona le caratteristiche della propria occupazione (orario, tipologia contrattuale, professione, settore di attività dell'azienda), o le modalità della ricerca di lavoro, è possibile che il rilevatore debba tornare più volte presso la stessa famiglia (il compenso per ciascuna intervista è di 38,50 euro lordi). La registrazione immediata delle risposte consente che le informazioni possano essere tempestivamente trasmesse alla sede centrale dell'Istituto che provvede all'elaborazione e alla diffusione delle stime sulla forza lavoro.

Nell'indagine statistica l'affidabilità delle stime è il prodotto della qualità intervenuta in tutte le fasi, a cominciare proprio dal momento in cui il dato viene rilevato presso le famiglie. È dimostrato scientificamente che tanto più i rilevatori sono motivati, formati e consapevoli dell'importanza del loro ruolo tanto migliori sono i risultati complessivi delle stime prodotte.

L'agitazione dei lavoratori dell'Istat nasce proprio dalla volontà di salvaguardare il patrimonio di professionalità costruito negli anni e che è stato sovente sbandierato come esempio di eccellenza nella statistica pubblica.

A fronte delle crescenti difficoltà determinate dal ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative nella Pubblica Amministrazione, l'organo decisionale dell'Istituto ha recentemente deciso di esternalizzare la gestione e il controllo della Rete, vanificando sette anni di lavoro e formazione di una rete di rilevatori professionalizzati, attiva su tutto il territorio e costantemente monitorata grazie alle tecnologie informatiche e la supervisione degli uffici regionali dell'Istat.

I lavoratori del servizio sono entrati in agitazione perché considerano che le proposte di esternalizzazione finora giunte costituiscano un inutile spreco di risorse pubbliche, in assoluta controtendenza con le «linee programmatiche» di efficienza della PA, recentemente ribadite dal Ministro della Funzione Pubblica. Una società esterna comporterebbe infatti un probabile aumento dei costi, insieme alla perdita del controllo dell'intero processo di rilevazione, con seri rischi di peggioramento dei dati rilevati e delle condizioni di lavoro dei rilevatori. Peraltro, le soluzioni oggi prospettate sono in contrasto anche con le più recenti raccomandazioni dell'Eurostat, che ribadiscono come motivazione e professionalità dei rilevatori costituiscano cardini imprescindibili per garantire la qualità dei dati.

I sindacati chiedono da tempo all'Amministrazione dell'Istituto e alla Funzione Pubblica l'apertura di un tavolo (anche soltanto tecnico) in cui siano vagliate le specifiche normative e i costi di tutte le possibili soluzioni finora prospettate (definizione del profilo del rilevatore nel contratto di ricerca, possibili deroghe normative utili per consentire all'Istat di conservare al proprio interno i suoi rilevatori, analisi degli oneri economici e organizzativi di una società a capitale pubblico che assuma su di sé il compito della rilevazione dei dati o peggio di una società privata cui appaltare tutta la rilevazione). I lavoratori e i loro rappresentanti sono convinti che un confronto serio e trasparente tra tutte le alternative possibili consentirà di effettuare la scelta migliore, che salvaguardi al tempo stesso la dignità dei rilevatori e la qualità delle ricerche.

In attesa che venga trovata una soluzione definitiva a un problema che si trascina ormai da sette anni, il 30 dicembre sono in scadenza i contratti dei 317 rilevatori e ad oggi non ci sono garanzie concrete circa il loro rinnovo e la prosecuzione dell'indagine sulle Forze di lavoro. Lo stato di agitazione continua. Noi come partito saremo al fianco di chi oggi si mobilita in difesa della dignità del lavoro e della vita.