29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
ENPA: «Agli sfruttati, l'espulsione. Agli sfruttatori, i soldi del ministero»

Lavoro nero al circo: la posizione dell'ENPA

I recenti e frequenti interventi delle Forze dell’Ordine nei confronti dei circhi stanno rilevando sempre più una situazione di diffuso sfruttamento che colpisce, oltre agli animali, anche i lavoratori stranieri obbligati a turni e paghe da schiavo

I recenti e frequenti interventi delle Forze dell’Ordine nei confronti dei circhi stanno rilevando sempre più una situazione di diffuso sfruttamento che colpisce, oltre agli animali, anche i lavoratori stranieri obbligati a turni e paghe da schiavo.
Questa situazione si risolve in modo paradossale: una volta perquisito il circo, i lavoratori schiavizzati vengono espulsi da Paese mentre il circo continua la sua attività anche grazie ai soldi che arrivano dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Ministero, infatti, riconosce ai circhi una funzione sociale grazie a una vecchia legge risalente al 1968. L’ultima tragica conclusione ai danni dei lavoratori sfruttati è capitata pochi giorni addietro dopo l’ennesimo intervento delle Forze di polizia ai danni, questa volta, di un circo riportante l’insegna Togni attendato a Vibo Valentia, in Calabria.

«Sul fatto stanno lavorando ancora i magistrati», ha dichiarato Giovanni Guadagna, responsabile dell'Ufficio Cattività dell'Enpa. «Ma non è il primo caso del genere ed è evidente che, a questo punto, occorre controllare tutti i circhi affinché non ci sia la doppia schiavitù: animali umani e non».
«Non è sicuramente questa la maniera di risolvere la piaga del lavoro nero, sbattendo la porta in faccia a chi viene sfruttato e premiando con i soldi pubblici chi li ha avviliti», ha dichiarato l’onorevole Elisabetta Zamparutti, Radicali – PD, che sull'argomento ha presentato una interrogazione parlamentare. «Ho chiesto così ad Enpa – ha aggiunto – di fornirmi l’elenco dei circhi finiti spesso nei guai con l’accusa di riduzione in stato di schiavitù. La realtà emersa è impressionante: tutti i circhi sono nell’elenco dei contributi concessi dal Ministero per i Beni Culturali».

L’interrogazione dell’onorevole Elisabetta Zamparutti è rivolta al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi e al Ministro dell’Interno Roberto Maroni. Al primo si chiede di sospendere ogni ulteriore contributo monetario ai circhi già sospettati di tali reati, mentre al Ministro dell’Interno, oltre all’intensificazione dei controlli, si chiede di verificare urgentemente la possibilità, unitamente al dicastero della Giustizia, di trovare una soluzione per i lavoratori sfruttati affinché non vengano espulsi dall’Italia. Viceversa si tratterebbe di una vera e propria istigazione a non denunciare.

«Non credo possa esserci una diversa valutazione della sofferenza imposta ai lavoratori irregolari del circo e la realtà da serraglio ottocentesco che contraddistingue la detenzione degli animali – ha concluso l’onorevole Zamparutti -. Entrambi sono vittime dello stesso sistema che mi sono imposta di affrontare presentando, grazie alla collaborazione di Enpa, la proposta di legge per un nuovo circo libero da ogni forma di costrizione».
Il testo elaborato da Enpa per un circo senza animali, unico vero grimaldello che costringerebbe le strutture circensi ad evolversi dall’obsoleto sistema di contributi pubblici che di fatto ne mantiene in vita una stentata esistenza, è stato presentato, oltre che alla Camera dei Deputati (proposta di legge n. 1480, primo firmatario l'on. Zamparutti) anche al Senato (disegno di legge n. 290, primo firmatario il sen. De Lillo).
Approfondimenti sul mondo del circo italiano (addestramento e detenzione animali, contributi pubblici, numero di circhi e di animali detenuti) sono contenuti nel dossier «Il Circo: prigione per animali» recentemente pubblicato nella pagine dell’Ufficio Cattività di www.enpa.it.