29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Possibilità di produrre il Malanotte e il Carmenère DOC

Con la vendemmia 2008 arrivano Malanotte e Carmenère Piave DOC

Manzato: «Ho già invitato le strutture regionali centrali e periferiche ad attivarsi per accompagnare al meglio le pratiche burocratiche aziendali relative ai due nuovi vini»

Per i viticoltori della zona a Denominazione d’Origine Controllata «Piave» la vendemmia 2008 si aprirà con la possibilità di produrre il Malanotte e il Carmenère DOC, due innovative tipologie che affondano saldamente le loro radici nella tradizione enologica locale. E’ stato infatti firmato il decreto ministeriale che modifica in questo senso il disciplinare della Denominazione e che sarà quanto prima pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. «Ho già invitato le strutture regionali centrali e periferiche – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Franco Manzato – ad attivarsi per accompagnare al meglio le pratiche burocratiche aziendali relative ai due nuovi vini». E’ attivo in questo anche il Consorzio di Tutela, a disposizione di tutti i produttori, siano essi iscritti o meno al Consorzio stesso.

Per la DOC Piave o Vini del Piave la modifica rappresenta un grande obiettivo raggiunto, perché sottolinea due eccellenze della Denominazione. Il Malanotte identifica infatti un vino superiore ottenuto da uve di Raboso Piave, vero e proprio caposaldo di questa zona, dalle caratteristiche uniche che ora vengono esaltate con la previsione di un prodotto dalle elevate caratteristiche qualitative, che potrà essere messo in commercio solo dopo tre anni di affinamento. Il Malanotte è insomma il frutto di un nuovo modo di considerare il Raboso, per esaltare gli aspetti migliori di un vino non sempre facile, con pratiche di vigneto e di cantina antiche e messe ulteriormente a punto negli ultimi dieci anni, grazie anche alla Confraternita omonima, della quale fa parte lo stesso ministro delle politiche agricole Luca Zaia. Il Carmenère riconosce quella che di fatto è divenuta una realtà enologica autonoma, fino a poco tempo fa confusa nei cabernet, che nel Nord Est ha assunto caratteri di tipo autoctono: il vitigno è infatti arrivato qui circa due secoli fa proveniente dalla zona del Bordeaux, ma paradossalmente in Francia questa varietà è stata quasi completamente dimenticata, mentre in Veneto ha trovato un territorio di elezione dove dà il meglio di sé, al cui interno la provincia di Treviso, con le zone DOC Piave e Montello e Colli Asolani, diventa la principale produttrice.

«Malanotte e Carmenère DOC Piave – ha commentato Manzato – sono due ulteriori testimonianze dell’importanza e dell’unicità del territorio nella determinazione della qualità del vino e nelle produzioni di più alto livello. Il Veneto e i suoi produttori lo sanno bene e non a caso il 60 per cento del vino prodotto nella Regione va all’estero. Questa realtà è però oggi messa a rischio dalle nuove regole di settore dell’Unione Europea, che pongono sullo stesso piano dei vini di territorio quelli generici di vitigno – ha concluso il vicepresidente della Giunta veneta – con il rischio di premiare di fatto le produzioni omogenee di incerta o bassa qualità a scapito delle nostre eccellenze apprezzate in tutto il mondo».