1 maggio 2024
Aggiornato 18:00
Agriturismo: Confagricoltura Veneto si rivolge alla Regione

Per un agriturismo gradito ad ospiti ed operatori

Questo l’obiettivo delle osservazioni inviate alla Regione da Agriturist Veneto con Turismo Verde e Agrivacanze, su di una bozza di progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale

Una bozza di progetto di legge in materia di agriturismo che, con gli opportuni adattamenti, sarà presto approvata formalmente dalla Giunta regionale, ha fornito ad Agriturist Veneto, l’Associazione agrituristica della Confagricoltura regionale presieduta da Alberto Sartori, l’occasione per ribadire alcuni principi essenziali in materia: a cominciare dalla necessità di un’impostazione normativa che, valorizzando il legame dell’agriturismo con il contesto agricolo di riferimento, ne alleggerisca nel contempo la componente burocratico-amministrativa, dettando poche regole, chiare, da far rispettare in maniera rigorosa, ma evitando quella normazione di dettaglio che crea vincoli inutili all’attività.

Altra esigenza fortemente sentita è quella che la Regione si doti, specie per gli aspetti igienicosanitari, di normative che non siano mutuate da altri ambiti della vita produttiva e civile, ma, studiate appositamente per l’agriturismo, tengano conto delle sue specifiche caratteristiche e peculiarità. Tali normative, poi, dovranno essere le stesse su tutto il territorio regionale ed interpretate ed applicate in modo uniforme in tutto il Veneto, in ottemperanza agli indirizzi fissati dalla Regione.

Per dare anche qualche indicazione di dettaglio, va ricordato che il documento sottoscritto da Agriturist Veneto propone di fissare un tetto massimo di persone pernottanti comprensivo dell'ospitalità al chiuso e di quella all'aperto, in quanto criterio rispondente alle esigenze di elasticità e adattabilità alle richieste del mercato proprie dell'azienda agrituristica e insieme limite rigoroso affinché l'offerta di ospitalità agrituristica rimanga entro i confini che le sono propri.

Per quanto riguarda i limiti cui sottoporre l'attività di somministrazione di pasti e bevande, invece, sul presupposto che il requisito della chiarezza e della semplicità sia l'unico che possa garantire un ampio rispetto da parte degli operatori nell'interesse degli ospiti, si propone la fissazione di un numero massimo di persone sedute contemporaneamente comprensivo anche dei pernottanti e di coloro che consumino spuntini invece di un pranzo completo. Si suggerisce, inoltre, di non predefinire un numero massimo di giornate di apertura, che rappresenta un'inutile rigidità per l'operatore, sostituendolo eventualmente con un tetto annuale di pasti.

Si propone, fra l’altro, la sostituzione della tradizionale autorizzazione comunale all’esercizio dell’attività agrituristica con la dichiarazione di inizio attività prevista dalla legge quadro statale n. 96/2006: un istituto utile ed importante nel senso di una progressiva semplificazione, tutte le volte in cui è possibile, degli aspetti burocratico-amministrativi dell'attività agrituristica.