Letto aggiunto: negli alberghi sì, negli agriturismi no

Confagricoltura Veneto si è rivolta per iscritto alla Regione, invitandola a rivedere un parere con cui si nega alle aziende agrituristiche la possibilità, anche se in via temporanea e solo su richiesta del cliente, di aggiungere nella camera un ulteriore posto letto, in analogia con quanto previsto per le strutture ricettive alberghiere.

A sostegno della propria richiesta, Confagricoltura Veneto osserva che l’aggiunta del posto letto non deve comportare il superamento dei trenta attualmente consentiti dalla legge regionale, ma significa soltanto il riconoscimento di una elasticità gestionale che, fermo restando il rispetto dei limiti legislativi già fissati all’ospitalità agrituristica, può essere utile all'operatore nel caso più comune in cui debba ospitare un bambino insieme con i suoi genitori.

Confagricoltura Veneto, altresì, fa notare che anche per le aziende agrituristiche così come per le strutture ricettive alberghiere, la deroga non potrebbe avere carattere permanente ma soltanto temporaneo e dovrebbe cessare, con l'eliminazione del posto letto aggiunto e la restituzione della camera alla ricettività originaria, non appena venuta meno l'esigenza che ha suggerito la deroga stessa e quindi con la partenza della famiglia interessata.

La nota dell’Associazione regionale degli imprenditori agricoli precisa, infine, che la deroga in discussione riguarda la normativa igienico-sanitaria, in base alla quale il numero massimo di persone ospitabili è legato alle dimensioni della camera da letto e della sua superficie areata. Le ragioni che giustificano tale deroga per le strutture ricettive alberghiere, quindi, devono valere anche per le aziende agrituristiche, che non si vede perché debbano essere penalizzate sotto questo profilo rispetto alle prime.