1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Le tavole degli italiani sempre più “povere”

Consumi: a picco frutta, pane e carne

La Cia sottolinea che nei primi sette mesi del 2008 si è registrata una generale contrazione: tra il 3,5 e il 4 per cento il calo per l’agroalimentare. L’impennata dei prezzi la causa principale di questa ulteriore flessione

Le tavole degli italiani sono sempre più povere. Nei primi sette mesi del 2008 i consumi alimentari hanno fatto registrare un calo tra il 3,5 e il 4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2007. Per la frutta, la carne ed il pane è un crollo continuo. A sostenerlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori le cui prime stime, elaborate su dati Ismea ed Istat, confermano una tendenza negativa che ormai si protrae dall’inizio dell’anno.

La caduta dei consumi -ricorda la Cia- è da attribuire all’impennata dei prezzi che sta facendo tirare la cinghia agli italiani. Nei primi sette mesi dell’anno vanno a picco soprattutto frutta (meno 4 per cento), pane (meno 2,6 per cento) e carne bovina (meno 3,2 per cento). Resta difficile anche il quadro per gli ortaggi e le verdure (meno 1,5 per cento), l’olio d’oliva (meno 2,7 per cento), il vino e lo spumante (meno 1,2 per cento).

Torna, invece a crescere, nonostante il rincaro del 25 per cento, la pasta (più 1,2 per cento). In controtendenza anche il latte e i suoi derivati (più 1,3 per cento) e la carne avicola (più 6,6 per cento).
Nel solo mese di luglio i consumi di prodotti agroalimentari -rileva la Cia- sono diminuiti rispetto al precedente mese di giugno del 2,5 per cento. Il settore più penalizzato resta quello della frutta con un calo del 3,5 per cento. Ma vanno in picchiata anche il pane (meno 2 per cento), la carne (meno 2,8 per cento), gli ortaggi (meno 1,6 per cento). Per gli altri prodotti la domanda, sempre luglio su giugno, resta stagnante, con l’eccezione per la carni avicole, che proseguono il trend positivo (più 3,5 per cento), e per la pasta che, dopo le pesanti cadute dei mesi passati, comincia a dare segni di risveglio.

Attualmente -ricorda la Cia- la spesa alimentare degli italiani è così ripartita: 23,4 per cento carne, salumi e uova; 18,2 per cento latte e derivati; 16,8 per cento ortofrutta; 14,8 per cento derivati dei cereali; 8,9 per cento i prodotti ittici; 5,7 per cento le bevande analcoliche; 5,5 per cento le bevande alcoliche; 3,9 per cento olio e grassi; 2,8 per cento zucchero, sale, caffè, the. L’incidenza sulla spesa complessiva mensile è pari al 18,8 per cento.