3 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
In Friuli Venezia Giulia incremento dell'80,02% delle ore autorizzate di cigs

Forte la preoccupazione della Cisl all'indomani dei nuovi tagli annunciati nel settore legno industria

«Il ricorso alla cigs - commenta il segretario generale del Sindacato, Giovanni Fania - è un fenomeno che comincia a diventare preoccupante»

«Il decisivo aumento delle ore di cassa integrazione unitamente al taglio di alcuni fondamentali strumenti di flessibilità, a partire dal reddito di cittadinanza, rischiano di far sì che il Friuli Venezia Giulia si trovi a dover fare i conti con un problema reale di povertà. Povertà dei lavoratori e delle famiglie». E' l'allarme lanciato senza mezzi termini dalla Cisl regionale, all'indomani dell'annunciata cassa integrazione di altri addetti, questa volta del settore del legno industria.

«Il ricorso alla cigs - commenta il segretario generale del Sindacato, Giovanni Fania - è un fenomeno che comincia a diventare preoccupante, anche perché, pure in una regione come la nostra a piena occupazione, sta assumendo i tratti della strutturalità, oltre ad interessare realtà aziendali fino ad ora esenti, o quasi, da crisi».

L'incremento dell'80,02% delle ore autorizzate di cigs, divenute quest'anno 1.751.050 a fronte delle 972.671 del 2007 rischia - secondo la Cisl regionale - di traghettare il Friuli-Vg in una dimensione di povertà da non sottovalutare. «Se teniamo conto - spiega sempre Fania - che già con lo stipendio medio di un operaio, che non sempre supera i mille euro mensili, è difficile arrivare al 31 con il pagamento delle bollette, i figli da mandare a scuola, la stretta sopravvivenza, con i costi dei soli alimentari sempre più alti, è facile rendersi conto che con i 750 euro della cassa integrazione (cifra praticamente invariata da cinque anni a questa parte) le cose diventano ancora più complicate e la soglia di povertà si abbassa».

Difficoltà alle quali famiglie e lavoratori devono far fronte anche senza poter contare su alcuni strumenti di flessibilità indispensabili come il reddito di cittadinanza, che l'attuale Giunta ha cancellato ad inizio mandato. Un provvedimento - quello del Governatore Tondo, a proposito della legge 6 - tra i più contestati dalla Cisl, che continua a domandare alla Regione come intenda «sostituire» uno strumento di comprovata utilità, non solo per le fasce più deboli della popolazione, come ad esempio i pensionati, ma anche per tutti quei lavoratori che, a causa di cassa integrazione o mobilità, debbano rimettersi in gioco nel mercato del lavoro e che, oggi, senza la previsione della legge 6, possono contare solo sul collocamento provinciale che di fatto riesce a «sistemare» appena il 10% di coloro che cercano occupazione