19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Il crollo del prezzo del petrolio non trova riscontro in agricoltura

Petrolio: i costi produttivi per le aziende restano sempre pesanti

La Cia denuncia una situazione sempre difficile per gli imprenditori. Alle stelle concimi, mangimi e carburanti. Serve una nuovo progetto di sviluppo Subito la Conferenza nazionale

Il prezzo del petrolio sui mercati internazionali continua a scendere, ma i costi di produzione per le imprese agricole sono sempre alti e insostenibili. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale gli oneri che gli agricoltori sono costretti a sostenere hanno raggiunto livelli pesanti che mettono a rischio la stessa sopravvivenza delle aziende. Solo nel mese di giugno la crescita dei costi produttivi è stata pari al 10,4 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, mentre i redditi seguono una linea discendente: nel 2007 si è registrata una contazione pari 2 per cento.

Così l’agricoltura italiana sta attraversando uno dei più difficili momenti della sua più recente storia. Il positivo andamento dell’export agroalimentare riesce solo parzialmente ad alleviare la sofferenza di un settore che fatica a mantenere i tassi di crescita della produzione degli anni ‘90. Le imprese agricole manifestano difficoltà ad agire in un mercato sempre più ampio e concorrenziale. E la stessa crescita del valore aggiunto non appare in grado, al momento, di dare una spinta decisiva, di imprimere una svolta decisiva.

Ma è proprio la lievitazione dei costi di produzione ad allarmare maggiormente le imprese agricole. Solo per il comparto dei concimi, sempre nel mese di giugno rispetto allo stesso periodo del 2007, la crescita -sostiene la Cia- è stata di circa il 50 per cento. Impennate significative si rilevano anche per i mangimi (più 15,3 per cento) e i prodotti energetici (più 10,4 per cento), a causa soprattutto del rincaro del 12,4 per cento dei carburanti.

Da qui l’esigenza -sottolinea la Cia- di un valido progetto che deve fondarsi su precise e irrinunciabili priorità: innovazione tecnologica, ricerca e servizi allo sviluppo; promozione del made in Italy; nuovi strumenti assicurativi e servizi finanziari; ricambio generazionale, mobilità fondiaria e sostegno all’agricoltura giovane; organizzazioni economiche, organismi ed azione interprofessionale; infrastrutture; maggiore semplificazione burocratica nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Un progetto che deve trovare un momento di alto confronto nella Conferenza nazionale sull’agricoltura che deve svolgersi in tempi brevi.