19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Quest'estate approvate leggi per alimenti a chilometri zero in Veneto e Calabria

Contro i rincari più cibi locali su scaffali

E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini, in riferimento alla necessità di contenere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola

Con il prezzo del petrolio alle stelle dare più spazio sugli scaffali della grande distribuzione ai prodotti locali e di stagione non solo consente di risparmiare ottimizzando il rapporto prezzo e qualità, ma anche di contenere i costi energetici ed ambientali a carico ai prodotti importati da lunghe distanze. E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini, in riferimento alla necessità di contenere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola, nel sottolineare che il trasporto incide fino al 30 per cento dei costi per la frutta e verdura.

L'aumento del costo del petrolio - ha sottolineato il presidente della Coldiretti - ha fatto esplodere il costo dei trasporti e messo in discussione il principio base della globalizzazione in base al quale si consumano i prodotti realizzati dove costa meno mentre oggi è necessario favorire la produzione vicino ai luoghi di consumo per motivi economici e ambientali sia nei paesi poveri che in quelli ricchi.

In Italia l’86 per cento delle merci viaggia su strada ed è stato stimato che un pasto medio - continua la Coldiretti - percorre più di 1.900 chilometri per camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie di energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali.

Di fronte alla crisi internazionale, negli Stati Uniti le grandi catene come Val Mart e Whole Foods stanno incentivando la vendita di prodotti locali mentre l’Italia - sottolinea la Coldiretti - è in forte ritardo nonostante i primati produttivi e qualitativi nell’offerta agroalimentare nazionale: dalla frutta e verdura al vino, dal biologico ai prodotti tipici.

Per colmare questo gap a livello territoriale la Coldiretti ha promosso il progetto a chilometri zero per favorire il consumo di prodotti locali e di stagione che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere sulle tavole. E dal Veneto alla Calabria le amministrazioni regionali si sono attivate con l’approvazione quest'estate di leggi a favore dei cibi a «chilometri zero», promosse con la raccolta di firme dalla Coldiretti, che sanciscono la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione per combattere i rincari dovuti all'aumento del costo dei trasporti e l'impatto sul clima provocato all'inquinamento con l'emissione di gas serra dei mezzi di trasporto.

Le iniziative di legge popolare, già positivamente concluse in Veneto e Calabria, sono state promosse dalla Coldiretti in tutte le regioni ed hanno incontrato il sostegno nei cittadini e prevedono tra l’altro la promozione del patrimonio agroalimentare regionale nei pasti di scuole elementari, istituti scolastici superiori, università, ospedali e caserme ma anche spazi per la vendita diretta dei produttori agricoli e l’obbligo dei controlli sull’etichettatura per difendere le tipicità e combattere i falsi.

A livello nazionale l'Italia dispone peraltro di un importante riferimento normativo rappresentato dalla legge 231 dell'11 novembre 2005 che contiene una norma fortemente sostenuta dalla Coldiretti per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nella moderna distribuzione, attraverso accordi di filiera. La disposizione - continua la Coldiretti - stabilisce che nelle grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata.

La Coldiretti sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori che richiede la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione.

«Vogliamo affrontare l'emergenza inflazione - precisa il presidente della Coldiretti - con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40 per cento dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market. Il nostro progetto, che intendiamo presentare al Governo nei prossimi mesi – conclude Sergio Marini – vuole essere l'impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel nostro Paese».