29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
La parola d'ordine deve essere cambiare

Economia, Venturi: «Parola d'ordine: cambiare»

Le prospettive dell'autunno per Marco Venturi, Presidente della Confesercenti «dipendono dalla capacità del Paese di mettere davvero al primo posto l'economia»

Le prospettive dell'autunno per Marco Venturi, Presidente della Confesercenti «dipendono dalla capacità del Paese di mettere davvero al primo posto l'economia. La parola d'ordine deve essere cambiare: cambiare per affrontare finalmente i ritardi strutturali, cambiare per scommettere sulla innovazione, cambiare per realizzare un federalismo che spazzi via sprechi e assistenzialismi ingiustificabili ma non paralizzi il sud favorendone invece un nuovo sviluppo.

L'Italia non deve fare come quel balenottero che ha seguito una nave cercando di ritrovare inutilmente la madre, ma seguendo questa illusione ha finito con il perire. Le illusioni sono le facili speculazioni, sono i redditi certi ottenuti puntando sulle sabbie mobili dei mercati finanziari e immobiliari. Sono le false speranze che ci si possa liberare del caro-petrolio, dell'avanzata delle nuove economie solo aspettando che passi la nottata. Si deve invece investire nel futuro, puntare sulle nostre tradizioni, sulle capacità di imprese e lavoratori per tornare ad essere competitivi. Locomotive in giro non se ne vedono, nè gli Usa, nè la Germania. La nostra locomotiva si chiama volontà di reagire, di imboccare la strada delle riforme strutturali, di ragionare mettendo al centro di ogni discussione gli interessi generali del paese.

C'e' una scelta decisiva da fare, senza ripensamenti: recuperare risorse per nuovo lavoro, innovazione e infrastrutture eliminando con energia i troppi sprechi pubblici, continuando la battaglia per una pubblica amministrazione efficiente e liberata dal parassitismo e dai «fannulloni». E con una politica che deve dare l'esempio riducendo la pletora degli organismi pubblici, soprattutto sul piano locale, e la piaga delle consulenze inutili.E' questa la via per rendere possibile anche una sempre più necessaria riduzione della pressione fiscale.

Ripartire dalle imprese e dai lavoratori, dalla loro voglia di fare, dalle loro grandi capacità professionali ed umane. E ripartire in primo luogo dalle pmi che sono motore insostituibile per ogni possibile ripresa economica.
Altrimenti l'autunno non sarà nè caldo, nè freddo, ma molto duro per i redditi delle famiglie e per la inevitabile moria di molte piccole imprese. Questo scenario si può, si deve evitare con un Paese coeso, con scelte e tempi di attuazione delle riforme chiari e rapidi.

Da settembre si comincerà a parlare di federalismno fiscale: certamente ci vorrà equilibrio ma il sud non potrà' pensare di poter contare solo su forme di assistenza e sprechi enormi di trasferimenti come nel passato. Ma questo non deve voler dire abbandonare l'economia meridionale al suo destino. Servono invece investimenti mirati per le reti infrastrutturali, per il turismo, per la lotta al sommerso, per il rafforzamento della legalità.

Per uscire dalle serie difficoltà in cui ci troviamo allora non si deve accettare di subire i mutamenti in corso, di affrontare in modo fatalistico l'autunno. Altro che autunno, si punti su una nuova stagione nella quale le migliori energie del Paese possano esprimersi e non rimanere isolate».