1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
L'inflazione a luglio è al 4,1%

Confagricoltura: «Dinamiche dei prezzi al consumo del tutto sganciate da quelle delle quotazioni all’origine»

E’ il caso delle quotazioni di pane, pasta e carne che continuano a crescere considerevolmente al dettaglio. Ma i prezzi all’origine delle materie prime sono in flessione o stabili

Le dinamiche dei prezzi al consumo ancora una volta si dimostrano slegate da quelle dei prezzi all’origine. Lo denuncia Confagricoltura analizzando gli indici dei prezzi al consumo dell’Istat (indici provvisori) di luglio 2008.

E’ il caso delle quotazioni di pane, pasta e carne che continuano a crescere considerevolmente al dettaglio. Ma i prezzi all’origine delle materie prime sono in flessione o stabili.

Per quanto riguarda il latte a settembre 2007 si pagavano al produttore 41 euro/q.le; il prezzo è addirittura sceso a 39 euro/q.le tra aprile e giugno 2008 ed ora, in base al nuovo accordo interprofessionale, si è attestato a quota 42 euro/q.le e tale resterà fino a dicembre prossimo. Ma il latte al consumo è aumentato, in un anno, dell’11,1%.

Il prezzo del grano duro – rileva Confagricoltura – continua a scendere dalla metà di marzo scorso ed è tornato al livello di ottobre 2007 (330 euro/tonn). Il prezzo del frumento tenero è tornato invece ai livelli di agosto 2007 (210 euro/tonn). Anche i prezzi delle farine sono in calo e rispecchiano gli andamenti delle quotazioni dei cereali: la semola di grano duro ha oggi la quotazione di ottobre 2007 e la farina di frumento tenero dell’agosto scorso. Nonostante ciò pane e pasta aumentano.

Molto spesso – e lo ha fatto la stessa Confagricoltura – si è ricordato come i prezzi al consumo siano influenzati dalle dinamiche delle quotazioni internazionali. Ma non è il caso della pasta.

E Confagricoltura sottolinea come la produzione di grano duro in Italia tornerà a collocarsi nel 2008 attorno ai 5 milioni di tonnellate, con un aumento di circa il 30% rispetto allo scorso anno. Si tratta di una disponibilità molto vicina al fabbisogno di trasformazione dell’industria molitoria e pastaria, che mediamente si attesta a 5,5milioni di tonn. Confagricoltura si augura che lo sforzo produttivo e la conseguente stabilizzazione delle quotazioni all’origine possano far scendere il prezzo della pasta che è aumentato del 25% in un anno.

Confagricoltura è disponibile a collaborare per individuare un sistema di monitoraggio dei prezzi lungo tutta la filiera produttiva che permetta di rispecchiare l’andamento delle quotazioni all’origine su quello del prodotto finale,a garanzia di produttori e consumatori.