28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Cronaca di Biella

«Caso Seab», democratici divisi. E Belletti resta al suo posto

Paolo Furia ed Emanuele Ramella Pralungo sono per un passo indietro dopo l'inchiesta giudiziaria. Cavicchioli no.

BIELLA - Partito democratico ancora una volta diviso, sul «caso Seab». La bufera giudiziaria che ha investito la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel Biellese vede infatti almeno tre principali protagonisti del Pd in disaccordo. O quasi.

Le posizioni
Ieri il segretario provinciale del partito Paolo Furia ha parlato della necessità di fare un passo indietro da parte di Belletti. Oggi il presidente provinciale Emanuele Ramella Pralungo dice sostanzialmente la stessa cosa: «Nessun giustizialismo. Ma condivisione delle parole di Furia sull'opportunità di dimissioni. Idea che sostengo da tempo». Il sindaco Marco Cavicchioli però non pare pensarla così. Ufficialmente non commenta la notizia della possibile richiesta di andare subito a processo da parte dei pubblici ministeri, che indagano sul caso delle possibili assunzioni pilotate nella società municipalizzata. Ma la posizione della giunta pare la stessa di alcuni mesi fa, quando il caos su Seab si abbattè per via di una lettera anonima sul mondo politico biellese: pur di non rischiare di compromettere la delicata fase di passaggio della raccolta puntuale in città, Belletti deve restare al proprio posto (senza entusiasmo). L'idea è insomma di lasciare che il mandato di Belletti (messo ai vertici della società dal centrodestra politico, pur essendo stato eletto con i voti dell'estrema sinistra) scada nella prossima primavera (l'inchiesta). 

La difesa
Intanto Belletti dichiara di essere in attesa di comunicazioni ufficiali in materia giudiziaria, sicuro di poter chiarire tutto e di voler difendere il suo operato in tutte le sedi, alla luce del suo lavoro (politico) per il territorio che dura da oltre 40 anni.