17 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Cinema italiano

Paolo Genovese: «La commedia racconta la vita»

Marco Giallini diventa un serio e pacato psicanalista, con tanto di barba: succede nel nuovo film di Paolo Genovese, «Tutta colpa di Freud», che il regista sta girando in questi giorni a Roma e che arriverà nei cinema il 23 gennaio

ROMA - Marco Giallini diventa un serio e pacato psicanalista, con tanto di barba: succede nel nuovo film di Paolo Genovese, «Tutta colpa di Freud», che il regista sta girando in questi giorni a Roma e che arriverà nei cinema il 23 gennaio. Nel film prodotto da Medusa e dalla Lotus Production ci sono anche Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta e Vinicio Marchioni, che oggi insieme al regista hanno incontrato i giornalisti sul set dove stanno girando, all'interno del teatro dell'Opera di Roma. «E' una commedia romantica, in cui Giallini è occupato principalmente a psicanalizzare le tre figlie con i loro problemi d'amore» ha spiegato Genovese.

IL COMUNE NON AIUTA IL CINEMA - In «Tutta colpa di Freud» la figlia diciottenne di Giallini si innamora di un cinquantenne, quella gay (Foglietta) decide di diventare etero, la libraia romantica (Puccini) si innamora di un ladro di libri. «Il filo conduttore sono le differenze: di età, sessuale e sociale» ha spiegato Genovese, che è alla quarta settimana di riprese del film, girato tra Roma e New York. «Ho girato nei posti più belli di Roma, dal Macro al centro storico: visivamente è un film molto ricco, perché secondo me questo aspetto è fondamentale per portare la gente a vedere i film in sala». Girare a Roma però per Genovese non è un'impresa facile: «Devo ammettere che il Comune di Roma non aiuta il cinema: è difficile avere permessi, bisogna chiederli con enorme anticipo. E' difficile girare in questa città».

LA COMMEDIA RACCONTA LA VITA - Genovese, reduce quest'anno dal successo de «La famiglia perfetta», crede fermamente nell'importanza della commedia, non solo per i risultati commerciali che garantisce al cinema italiano: «La commedia è uno dei generi più importanti per raccontare la vita, come ci hanno insegnato i capolavori del passato, come 'I soliti ignoti'. - ha detto - E' un modo per affrontare temi importanti, ed è un'arma importante perché è vista da molte persone. Non bisognerebbe bistrattarla, neanche nei festival».