Sanità friulana, in calo personale e livello dei servizi
Il segretario provinciale Fp-Cgil Traunero: «A fine anno 150 addetti in meno, intanto i reparti scoppiano e le liste d’attesa continuano a crescere
UDINE - Settanta operatori in meno nei primi sei mesi dell’anno, con un taglio destinato a raddoppiare entra la fine dell’anno. Turni di lavoro sempre più massacranti. Reparti e strutture a rischio chiusura e liste di attesa in ulteriore allungamento. Questo l’allarmato quadro della sanità friulana tracciato dalla Funzione pubblica Cgil di Udine, con il segretario provinciale Andrea Traunero e Claudio Di Ottavio. «Nei primi sei mesi dell’anno- scrivono i due sindacalisti in una dettagliata nota - l’Azienda udinese ha perso una cinquantina di unità e ne perderà oltre 100 entro dicembre. L’Azienda 3 ( Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli ) perde una ventina di operatori da gennaio a giugno e ne perderà altrettanti per fine anno. L’Azienda 2 (Bassa Friulana e Isontina ) doveva 'miracolosamente' crescere di 82 unità, invece si muove di pochi millimetri. E non va dimenticato l’effetto quota 100, che farà scendere ancora di più i numeri del personale. Anche prevedendo alcuni ingressi di infermieri e operatori socio sanitari - aggiungono Traunero e Di Ottavio - non si riuscirà di certo a coprire le carenze, ormai strutturali, che si sono determinate».
Criticità
Tra le criticità denunciate il sovraffollamento delle medicine all’ospedale di Udine, dove è prossima inoltre la chiusura del reparto Postacuti, l’esternalizzazione della rsa di Tolmezzo e i dubbi sul futuro della week-surgery di Gemona. «Con il personale - denunciano i due esponenti Cgil - è destinato inevitabilmente a calare anche il livello dei servizi ai cittadini. La Regione ha annunciato la volontà di ricorrere contro il decreto nazionale che taglia i fondi alle assunzioni, ma la soluzione per risolvere il problema da subito sarebbe un'altra, molto più semplice e rapida dei ricorsi: finanziare le aziende portandole a pareggio di bilancio. La normativa nazionale prevede che, in questo modo, possano ripartire le assunzioni. Perché non viene imboccata questa strada?».
Bisogna assumere personale
«Non si può pensare che la nuova Azienda unica udinese possa nascere con zero assunzioni e zero riorganizzazioni - concludono i sindacati - passando soltanto attraverso nuovi regolamenti su orario e mobilità, turni sempre più massacranti, abuso delle ore straordinarie, ferie e riposi saltati. Perché il paziente torni al centro del sistema sanità serve che assessorato e direzioni aziendali assumano personale e affrontino i problemi cronici che abbiamo indicato. Questa dovrebbe essere la missione di un buon servizio pubblico».
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