29 aprile 2024
Aggiornato 15:00
L'aniversario

Diga del Vajont, la tragedia dimenticata dalle istituzioni romane

La sera del 9 ottobre 1963 una frana caduta dal monte Toc causò 1.917 vittime: nessun politico nazionale alle celebrazioni

ERTO E CASSO – Sono trascorsi 55 anni dal disastro del Vajont e la politica pare essersi dimenticata di quello che accadde la sera del 9 ottobre 1963. Martedì, infatti, sul luogo del disastro, alla varie cerimonie organizzate, non ci sarà alcun rappresentante dello Stato. Salvo sorprese dell’ultimo momento. Lo stesso Stato che è certamente tra gli indiziati numero uno per ciò che accadde a Erto e Casso, a Longarone e in tutta una miriade di borghi spazzati via dall’onda di acqua e fango. Una tragedia annunciata, con Sade prima ed ENEL poi che non tennero nella dovuta considerazione i segnali lanciati dal monte Toc. 

L'AMAREZZA DEL SINDACO - Tra gli amministratori locali un po’ di amarezza non manca per questo disinteresse, ma c’è chi la prende con filosofia, come il sindaco di Erto e Casso Fernando Carrara. «Pensavamo che, vista la particolarità dell’occasione, un personaggio di spicco del Governo o del Parlamento ci onorasse della propria presenza – dichiara al Messaggero Veneto –. Ma forse è meglio così. Se qualcuno pensasse magari di sfruttare l’evento per far passerella. Di anniversari senza presidenti e ministri ce ne sono stati anche in passato e ce ne faremo una ragione. Quel che conta è non dimenticare i fatti del 9 ottobre 1963».

1.917 VITTIME - Per ricordare le 1.917 vittime non servono certamente i politici. Però, un po’ di attenzione in più, dai palazzi romani non guasterebbe. Sono trascorsi 15 anni dall'ultima volta che un presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, salì fino alla diga. Da allora, lo Stato, si è fatto sentire poco o nulla.