29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Domenica 19 agosto

La Giornata Mondiale della Fotografia a Spilimbergo

Visita guidata dal Craf per l'ultima giornata di esposizione della mostra di Uliano Lucas 'Altri luoghi – Altri sguardi' al Palazzo Tadea

SPILIMBERGO - La Giornata Mondiale della Fotografia (World Photo Day), domenica 19 agosto, coincide con l'ultima giornata di esposizione della mostra di Uliano Lucas 'Altri luoghi – Altri sguardi' (10.30 –  12.30 e 16 – 20, Palazzo Tadea, Spilimbergo). Il CRAF, in collaborazione con la FIAF, ha ritenuto quindi di proporre al più vasto pubblico di appassionati di fotografia, a fronte di questo evento, un incontro/visita guidata alle 17, alla mostra con presente l'Autore. Sarà quindi un'occasione, per una discussione con Uliano Lucas che, oltre che grande fotoreporter, ha scritto con Tatiana Agliani, il libro che mancava, quello che non era stato mai scritto per intero: la storia del fotogiornalismo Italiano. Per dare la parola alle immagini. Per riannodare i fili di un percorso che in Italia ha avuto tempi e scelte editoriali diversi rispetto all’evoluzione della fotografia di reportage nel resto del mondo occidentale. Per provare a spiegarne i motivi delle tante occasioni mancate e fare una riflessione sulle prospettive funzionali e formali del fotogiornalismo Italiano del terzo millennio. L'ingresso è libero.

FOTOGIORNALISMO ITALIANO - «Nostra convinzione — sottolineano gli autori in premessa — è che il fotogiornalismo italiano abbia conosciuto un pesante ritardo e forti resistenze rispetto a quello di paesi di più antica tradizione industriale e democratica, a causa dell’isolamento culturale e della mancanza di libertà del periodo fascista da un lato e ancor più di una cultura «alta», di matrice crociana, che ha sempre considerato con diffidenza e sufficienza un linguaggio strettamente legato a un mezzo tecnico come la fotografia, come è confermato del resto dalla lentezza con cui la fotografia è stata riconosciuta come bene culturale nella legislazione italiana e negli ordinamenti scolastici, nonché dall’esclusione dei fotoreporter dall’ordine dei giornalisti fino agli anni Settanta del Novecento.»
Fu infatti proprio il dopoguerra a mettere in luce le difficoltà dei fotografi e quelle della fotografia ad affermarsi come linguaggio autonomo e moderno. I primi 'fotoracconti', strutturati come sceneggiature di un film, mostravano evidente la subalternità che i giornali assegnavano alla fotografia rispetto al cinema, che invece riuscì subito ad affrancarsi dagli stereotipi del passato regime grazie al neorealismo. La fotografia scontava ancora un ritardo culturale accentuato da «un’editoria orientata in diversi momenti della storia italiana, per diverse ragioni, verso un giornalismo d’evasione e d’intrattenimento teso più ad amplificare i miti e i desideri della società dei consumi che a mostrare le molteplici, complesse e contraddittorie realtà del paese...».