26 luglio 2025
Aggiornato 01:30
Il punto della situazione

A Fvg Strade la gestione della viabilità provinciale e delle ciclovie

La società è passata da 1.000 a 3.200 chilometri di strade, con un incremento di personale di 155 unità.

TRIESTE – Gestione unica per le strade e le piste ciclabili del Friuli Venezia Giulia. Una ‘rivoluzione’ quella iniziata il primo gennaio 2018, che vede protagonista Fvg Strade, la società partecipata al 100% dalla Regione, che ha acquisito la gestione delle strade provinciali e della rete di piste ciclabili. In questo modo, per quanto riguarda la viabilità, è passata da 1.000 a 3.200 chilometri di strade sotto il suo 'cappello', con il personale ha visto l’aggiunta di ulteriori 155 persone alle 174 unità già presenti (gli ex provinciali, però, avranno tempo fino al 2022 per decidere se utilizzare la mobilità tra gli enti Fvg o diventare dipendenti di Fvg Strade). Il punto della situazione è stato fatto nella sede di Udine di Fvg Strade dal presidente della società Giorgio Damiani, dalla presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani e dagli assessori Paolo Panontin e Maria Grazia Santoro.

Semplificazione e utilizzo virtuoso dell'autonomia 
«Si tratta di un passaggio che semplifica le cose, diventando uno dei modi in cui abbiamo impiegato al meglio la nostra autonomia – ha chiarito Serracchiani -. Lo stesso non avviene nel vicino Veneto, dove Veneto Strade, probabilmente, confluirà in Anas». In regione, invece, Fvg Strade resterà autonoma e avrà sempre maggiore responsabilità, facendosi carico degli oneri e degli onori che fin’ora erano in campo alle Province. «Abbiamo agito nell’interesse del cittadino, che ora avrà un interlocutore unico – ha aggiunto Serracchiani – senza però stravolgere la situazione, visto che i presidi territoriali saranno mantenuti. Lo ripeto, abbiamo semplificato eliminando inutili passaggi e burocrazia, dando così una missione chiara a Fvg strade». Un passaggio che senza il lavoro di dirigenti, dipendenti e colleghi assessori non sarebbe stato possibile, come ha rimarcato la presidente. 

Tutto nasce con la riforma degli enti locali
Come ha ricordato Panontin, tutto nasce con la riforma degli enti locali e con la relativa chiusura delle Province, «che – ha rimarcato l’assessore – gestivano, anche in maniera dignitosa, migliaia di chilometri di strade». C’erano però dei problemi causati dalla disomogeneità e dalla mancata economia di scala. «Abbiamo lavorato per dar vita a un passaggio di competenze graduale, per evitare contraccolpi ai cittadini e alle maestranze, e credo che ci siamo riusciti. Un percorso che si chiuderà, per quanto riguarda i lavoratori, nel 2022». Il presidente Damiani, ricordando i numeri di questa nuova avventura di Fvg Strade, ha ribadito come un periodo di adattamento sarà necessario: «Entro la fine dell’anno contiamo di ridisegnare le procedure di gestione senza stravolgimenti immediati. Non sarà semplice ma devo dire di aver trovato ampia disponibilità tra il personale». Tra i primi effetti positivi di questo passaggio di consegne tra Province e Fvg Strade, il fatto che chi deve effettuare un trasporto eccezionali in regione deve chiedere l’autorizzazione solo a un ente, Fvg Strade, e non più a due o tre realtà. «Ci sarà una gestione unica, una manutenzione unica e una programmazione unica: delle strade e delle piste ciclabili». Questo il commento finale di Damiani.

Un gestore unico anche per ciclabili
Un concetto, quello della ‘pianificazione d’area’ puntualizzato anche da Santoro, che ha annunciato i prossimi interventi cantierabili a breve: la variante di Dignano, quella di Barbeano, la Tangenziale Sud di Udine. Santoro ha pure ricordato che è stata effettuata una mappatura dell’intera rete stradale del Fvg (a tendere tutte le strade provinciali diventeranno regionali anche nel nome) e della rete di piste ciclabili. «Su quest’ultimo punto – precisa l’assessore – contiamo di approvare entro fine mandato la legge sulla ciclabilità, che darà ufficialmente a Fvg Strade la gestione delle ciclovie. Una scelta strategica soprattutto per i tratti interprovinciali come la ciclabile tra Trieste e Lignano. Anche in questo caso c’era bisogno di un soggetto unico nella gestione».