28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
La polemica

'Città del Cibo': botta e risposta dem-Colautti

Se i vertici cittadini del Pd si dicono «stupiti e dispiaciuti» per l'atteggiamento eccessivamente critico del consigliere, quest’ultimo rimanda al mittente le osservazioni mettendo in evidenza come nemmeno alcuni esponenti della giunta Honsell fossero a conoscenza del progetto

UDINE – Botta e risposta tra i vertici del Pd cittadino e il consigliere regionale di Alternativa Popolare Alessandro Colautti sul ‘mistero’ del progetto ‘Città del Cibo’. Se i dem si dicono «stupiti e dispiaciuti» per l'atteggiamento eccessivamente critico di Colautti, quest’ultimo rimanda al mittente le osservazioni mettendo in evidenza come, fino a mercoledì, nemmeno alcuni esponenti della giunta Honsell fossero a conoscenza del progetto.

L’affondo del Pd di Udine
«L'iniziativa della Camera di Commercio – spiega il segretario dem Enrico Leoncini – merita il sostegno di tutti gli udinesi e di tutti friulani, perché è un’occasione di sviluppo della filiera del gusto che tanti proseliti sta mietendo con importanti ricadute economiche. Un esempio in regione lo offre Trieste, con il successo di Eataly: perché almeno per una volta non è possibile anche a Udine fare squadra per realizzare un progetto qualificante che, tra le altre cose, consentirebbe il recupero di un sito particolare come quello della ex caserma dei Vigli del Fuoco?». A fargli da eco la capogruppo Pd in Consiglio comunale, Monica Paviotti. «Chi era presente in sala Valduga a Udine, il 4 luglio scorso al convegno organizzato da Udine Mercati, si è reso conto che tra gli scenari per il futuro della nostra città vi è anche questa proposta di indubbio interesse. Non si sta parlando solo di un ‘mercato coperto’ dove i prodotti vengono venduti e consumati, ma di un luogo in cui viene fatta cultura del cibo e dell'enogastronomia, attraverso mostre, presentazione dei prodotti del territorio, corsi tematici. Insomma un luogo in cui ‘mettere in bella mostra’ il grande patrimonio agroalimentare e la grande tradizione culinaria del Friuli. Trovo quindi singolare – conclude – che di fronte ad un’occasione di questa portata per Udine ci sia chi, da subito, insinui dubbi e perplessità».

La replica di Colautti
«Se Leoncini e Paviotti avessero letto in maniera completa la mia nota – evidenzia il consigliere regionale – avrebbero capito che non sono certamente contrario a prescindere. Anzi, ho auspicato un confronto aperto sul tema e la possibilità di contribuire allo stesso progetto. Ciò che mi ha sorpreso invece è riscontrare la segretezza che ha circondato questa importante riqualificazione e che nessuno, né l'amministrazione comunale, né le categorie economiche, né la cittadinanza in generale, sia stato coinvolto per lavorare su un asset strategico per il futuro di Udine e la sua offerta economica e turistica». L’esponente di Alternativa Popolare fa riferimento anche al convegno dello scorso 4 luglio: «Ribadisco la scarsezza delle informazioni fino ad ora trapelate. Il convegno organizzato in Camera di Commercio citato era dedicato a Udine Mercati e ai suoi progetti di sviluppo, non certo alla presentazione del progetto ‘Città del Cibo’, tanto che ad esempio la stampa locale non ne ha nemmeno parlato. Non mi sembra certo si possa definire una presentazione alla cittadinanza». Colautti invita quindi Leoncini a farsi promotore di un incontro pubblico per fornire tutti i dettagli del progetto, «che rischia di essere solamente il consueto ‘francobollo’ di un'amministrazione in scadenza, privo di una cornice e di un dibattito cittadino adeguato».