29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
L'intervento

Tondo: «Villaggio mi chiamò dopo quella battuta sui friulani»

L'ex presidente della Regione: «Graffiante, dissacrante, in quell'occasione esagerò. Ma era dispiaciuto, e ho risposto con la semplice signorilità del nostro popolo».

TRIESTE - «Paolo Villaggio è stato un grande, comunque. Graffiante, dissacrante, spesso esagerato. Ma agli artisti dobbiamo concedere qualche licenza». Così Renzo Tondo, presidente del gruppo di Autonomia Responsabile in Consiglio regionale, nello svelare un retroscena inatteso.

«Come presidente della Regione - spiega Tondo - ho ricevuto sollecitazioni per valutare un'eventuale azione legale dopo quelle parole ('i friulani per motivi alcolici, non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di m… e l'abitudine di ruttare violentemente'), ma mi sono imposto di non assecondare l'istinto. Ho atteso e, col senno di poi, sono convito di aver scelto bene. La bufera era scoppiata da poche ore quando ho ricevuto la telefonata di Paolo Villaggio. Era sinceramente dispiaciuto. Abbiamo parlato per qualche minuto, e ho scelto di tendere la mano, piuttosto che agitare il pugno. Il popolo friulano si è sempre distinto per onestà e serietà, e penso, con quell'atteggiamento, di aver dimostrato quanto i friulani sappiano essere signorili nella loro semplicità».

Ancora Tondo: «Ho un grandissimo rispetto per Paolo Villaggio. Non mi improvviso biografo, né mi metto ad analizzare la profondità di alcuni messaggi che ha saputo lanciare. Preferisco ricordarlo come un grande del nostro cinema, e ringraziarlo per quello che ha regalato a tutti, friulani compresi».