30 aprile 2024
Aggiornato 09:00
La fotografia dell'Ires Fvg

Lavoratori domestici: in calo cuochi e giardinieri, aumentano le badanti

Un “esercito” di 15.903 persone, due su tre assistono anziani e malati. La componente maschile colpita dalla crisi, donne ancora in crescita. Il 40% guadagna meno di 5 mila euro all’anno, il 72% meno di 10 mila

UDINE - La crisi colpisce anche il mercato del lavoro regionale degli «assistenti familiari». Dopo il record (16.187) del 2012, si registra un calo, seppur lieve, per il secondo anno consecutivo: i lavoratori domestici perdono 62 unità (-0,4%) dal 2013 al 2014, passando da 15.965 a 15.903. Il nuovo trend riguarda però solo il versante maschile: da un anno all’altro si contano 332 lavoratori in meno (da1.348 a 1.016, -24,6%), mentre la componente femminile continua ad aumentare (dal 2013 al 2014 passa da 14.617 a 14.887, un incremento di 270 unità, +1,8%). Il contesto regionale evidenzia così una maggiore tenuta rispetto a Nord Est (-6,4%) e Italia (-5,8%), aree in cui cala sia il dato maschile che quello femminile.

Il confronto tra province
La fotografia – un’elaborazione su dati Inps – di un settore in cui non figurano solo le badanti (la grande maggioranza, ma il contratto del lavoro domestico inquadra anche colf, baby sitter, giardinieri, cuochi e maggiordomi) è di Chiara Cristini dell’Ires Fvg, che evidenzia anche il trend nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 i lavoratori domestici aumentano solo a Udine (+159, pari al +2,1%), mentre scendono a Gorizia (- 4,5%), Pordenone (-3,1%) e Trieste (-0,8%).

Sempre più donne e meno stranieri
Il settore si sta sempre più femminilizzando. Se infatti nel 2010 le donne rappresentavano in regione l’86% degli addetti iscritti all’Inps, e nel 2012 erano l’89,7%, l’incidenza raggiunge il 93,6% nel 2014, valori al di sopra del contesto nordorientale e nazionale. I livelli di femminilizzazione sono superiori alla media regionale a Udine (94,9%) e Gorizia (94,1%).
Sempre in Fvg tre quarti di lavoratori domestici sono stranieri, ma l’incidenza appare in diminuzione. Se infatti nel 2010 gli stranieri rappresentavano l’80,4% del totale, negli anni successivi si è andati calando, sino al 76,7% del 2014. Tra le province Trieste presenta la quota di lavoratori domestici stranieri più elevata (79,9%), Udine quella più bassa (73,5%).

Donne badanti, uomini colf
Disaggregando per tipologia di rapporto di lavoro, genere e provenienza, si nota per le donne una netta prevalenza di badanti (sono 9.764 su 10.143), mentre tra gli uomini prevalgono i collaboratori familiari (colf). Tra i maschi assunti come badanti il 59,6% è di origine straniera, mentre si sale all’85,9% tra i colf. Al contrario, tra le donne, l’84,4% delle badanti è di nazionalità straniera, incidenza pari al 62,2% tra le colf. La provenienza prevalente dei lavoratori domestici stranieri in Fvg resta l’Est Europa: 10.176 (il 64% del totale). Seguono gli italiani (23,3%), mentre presenze meno significative sono quelle dell’Africa Centro Sud (2,5%), dell’Africa del Nord (2,3%), dell’Asia mediorientale (1,8%), delle Filippine (1,7%) e dell’Estremo Oriente (1,5%).La distribuzione per età evidenzia come il fenomeno del lavoro domestico in Fvg tra i maschi riguarda maggiormente i giovani-adulti, con una concentrazione nella fascia di età compresa tra 25-44 anni (e in particolare tra i 35-44 anni). Per quanto riguarda le donne si osserva un profilo più adulto, con un picco del 34,4% nella classe 45-54anni.

Quanto lavorano e quanto guadagnano
Considerando la distribuzione dei lavoratori per orario settimanale, circa i tre quarti supera le 24 ore, mentre il 13,4% va oltre le 45, vale a dire garantisce una presenza continua, la cosiddetta tipologia ‘24/H’. Contrattualizzazioni inferiori alle 20 ore settimanali, secondo Cristini, «potrebbero nascondere situazioni di «lavoro grigio», in cui la persona è contrattualizzata per un numero di ore inferiori a quelle realmente lavorate, compensate con ‘fuori busta’».
Quattro lavoratori domestici su dieci hanno ricevuto nel corso nel 2014 meno di 5 mila euro. Sette su dieci meno di 10 mila. Nel dettaglio, un terzo delle donne percepisce una retribuzione annua compresa tra 5 mila e 10 mila euro, mentre il 31,1% ha un reddito tra mille e 4 mila euro annui. Il 28,8% supera i 10 mila euro, il 6,8% sta sotto i mille euro. Tra i maschi la concentrazione (41,3%) è nella fascia di reddito tra 1.000-4.999 euro annui. Presentano redditi superiori, tra 5 mila e 10 mila, il 32,4% dei lavoratori, mentre il 14,9% percepisce oltre 10 mila euro. Infine, l’11,4% nel corso del 2014 ha percepito una retribuzione inferiore a 999 euro.