19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Ferriera di Servola

Ferriera, Sindacati preoccupati. Fedriga: «Avanti con riconversione e tutela lavoratori»

Il governatore ha ribadito il sì al percorso avviato, chiedendo al Mise un calendario dei lavori. Serracchiani: «Ok percorso istituzionale al Mise»

TRIESTE - «La proprietà ha confermato di volere procedere con la chiusura dell'area a caldo della Ferriera di Servola e di volere lavorare a un piano industriale di rilancio di quella che è l'area a freddo» annunciando «un investimento di circa 150 milioni» e ribadendo il «parziale riassorbimento delle maestranze eccedenti». Lo rendono noto Marco Relli, Umberto Salvaneschi e Antonio Rodà della Fiom, Fim-Cisl e Uilm di Trieste, al termine dell'incontro che si è tenuto oggi a Roma al Ministero dello Sviluppo economico con il titolare del dicastero, Stefano Patuanelli, sul futuro del polo siderurgico triestino.

Fedriga: «Ok a riconversione e tutela occupazione»

La proprietà, spiegano, «non ha ancora pronto un piano industriale definito» e «questo ci preoccupa molto». Il percorso di riconversione dell'area a caldo, «di cui la Regione è stata promotrice, è fondamentale tanto quanto la salvaguardia dei livelli occupazionali», ha ribadito il presidente Fvg, Massimiliano Fedriga, al termine dell'incontro. Il tavolo è stato riconvocato per metà ottobre al Mise.

Serracchiani: «Ok percorso istituzionale al Mise»

«È un buon risultato aver ricondotto il confronto sulla Ferriera nella sua sede istituzionale propria, cioè al Mise: l'obiettivo di tenere assieme sviluppo, ambiente e occupazione è lo stesso che aveva improntato l'accordo di programma nel 2014. Quel modello ha dimostrato di funzionare e di produrre risultati concreti. Nonostante il fuoco incrociato di polemiche strumentali sono stati fatti importanti investimenti, sono state abbattute le emissioni, bonificate ampie aree e accresciuta i livelli occupazionali». Lo afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani, commentando l'esito, oggi al Mise, del tavolo sulla Ferriera di Servola a Trieste, di proprietà del gruppo Arvedi, per discutere del futuro del sito produttivo.

«Massima vigilanza»

«L'intervento del Governo - spiega Serracchiani - ha permesso di evitare che degenerasse lo scontro frontale tra la Regione a guida leghista e l'imprenditore, a danno esclusivo dei lavoratori, dell'economia di Trieste e dell'ambiente. È stata ritrovata una strada di dialogo, che non deve portare alla deindustrializzazione ma a una nuova capacità produttiva che non penalizzi l'occupazione. Su un piano generale - ha aggiunto - va tenuto conto del fatto che la siderurgia è un settore strategico dell'economia nazionale, su cui non si può intervenire solo per dismettere». Per la deputata «occorre massima vigilanza sulle fasi e sui compiti che dovranno svolgere i soggetti istituzionali e privati. Occorre inoltre che sia svolto un ruolo proattivo nell'individuazione di altri investitori adeguati a subentrare in futuro in un'area da bonificare e riconvertire».