Leggi razziali, Roberti: «Cerimonia non un gesto simbolico ma monito a non dimenticare»
Assessore alla Cultura Tiziana Gibelli: «Momento più intenso quando due bambini della scuola Ebraica hanno scoperto la targa che rimarrà nella Sala del Consiglio Comunale»
TRIESTE - «La celebrazione di oggi non deve essere solo un gesto simbolico in ricordo della drammatica data del 18 settembre 1938, ma uno stimolo a ricordare per 365 giorni all'anno e per tutti i decenni che verranno cosa è potuto accadere in un momento di follia generale della società italiana».
ZAKHOR/RICORDA - Questo il commento dell'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, a margine della cerimonia «Zakhor/Ricorda: a 80 anni dalle leggi razziali», tenutasi nella sala del Consiglio comunale di Trieste alla presenza, oltre che delle principali autorità politiche e religiose cittadine, della Presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni.
SCOPERTA TARGA - Durante l'evento è stata scoperta da alcuni bambini della scuola ebraica di Trieste una targa che ricorda la drammaticità dell'annuncio dell'introduzione delle leggi razziali da parte di Mussolini e che verrà apposta sul palazzo municipale. In merito Roberti ha spiegato che «pensare alle immagini di piazza dell'Unità d'Italia nel 1938 e vedere oggi bambini scoprire la targa è stato toccante perché mi ha permesso di immaginare cosa hanno provato i ragazzi che 80 anni fa hanno dovuto patire lo sfregio delle leggi razziali».
«IL MOMENTO PIU' INTENSO» - Simile l'opinione dell'assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, la quale ha dichiarato che «mi perdoneranno tutti coloro che stamane hanno detto cose giuste e sagge, a partire dal sindaco e dalla presidente delle Comunità ebraiche italiane, ma il momento più intenso è stato quello nel quale due bambini della Scuola Ebraica hanno letto quanto è scolpito nella targa che resterà ad imperitura memoria nella Sala del Consiglio Comunale di Trieste».
18 SETTEMBRE 1938 - Gibelli ha quindi precisato che «i bambini ci hanno impegnato, e si sono impegnati, a ricordare la data del 18 settembre 1938 come una delle più brutte e tragiche della nostra storia perché tutti noi, ma proprio tutti, facciamo qualcosa affinché non possa accadere mai più».