28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Orgoglio per gli psichiatri di Trieste

Premio San Giusto d'oro 2016 alla Psichiatria triestina e targa speciale a Mario Luzzatto Fegiz

Questa edizione, nel ricordo di Franco Basaglia, è dedicata alla memoria di Giulio Regeni. Luzzatto Fegiz si è distinto per una grande carriera nel campo della critica musicale e dello spettacolo

TRIESTE - Il San Giusto d'oro 2016 va alla Psichiatria triestina ‘Nel ricordo di Franco Basaglia’, e la targa speciale al giornalista critico musicale Mario Luzzatto Fegiz. Lo rende noto l'Assostampa FVG tramite Ansa, che cura il premio, nato nel 1967, assieme al Gruppo Giuliano Cronisti, il Comune e la Fondazione CrTrieste.
L'edizione 2016 del premio è dedicata alla memoria di Giulio Regeni. Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa ha omaggiato in un discorso i collboratori e successori di Basaglia, e tutti lavoratori nelle istituzioni psichiatriche che hanno portato avanti le sue intuizioni e le sue idee nei 36 anni trascorsi dalla sua scomparsa. Quarant'anni fa, il San Giusto d'oro 1976 andava a Pierpaolo Luzzatto Fegiz, padre di Mario, economista, padre della statistica italiana, fondatore della Doxa, accademico dei Lincei.

Franco Basaglia
Il premio si ispira allo psichiatra triestino che, tramite la legge 180 e una ‘lunga marcia attraverso le istituzioni’ ha saputo dare un volto umano alla cura della malattia mentale, rivoluzionando la visione della stessa. Una psichiatria fatta di manicomi, quella prima di Franco Basaglia, di internamenti forzati e a volte di abusi, scossa alle radici grazie al suo intervento.

Mario Luzzatto Fegiz
Esordisce nel 1969 col programma radiofonico ‘Per voi giovani’, e diventa uno dei critici musicali più noti e apprezzati a livello nazionale. Lavorerà per il Corriere della Sera, collaborando con altre testate e lavorando alla Rai, dove ha condotto per anni e la trasmissione «Mister Fantasy» e alla radio «Fegiz Files». Nella sua carriera ha anche lavorato direttamente nel campo musicale, scrivendo testi per la cantante Giuni Russo, e come autore per diverse radio nazionali.
Ha curato inoltre lo spettacolo teatrale «Io odio i talent show», pubblicando anche il libro omonimo. Per i suoi settant'anni, a gennaio pubblicherà l’autobiografia intitolata "Troppe zeta nel cognome".