Restrizioni di viaggio negli Stati Uniti
Per cercare di arginare la diffusione del Covid, gli Stati Uniti hanno attuato diverse restrizioni relativi ai viaggi verso il Paese: ecco quali

I viaggi non sono semplici in epoca Covid, e le normative al riguardo cambiano con una velocità spiazzante. Se prima per entrare negli Stati Uniti come turisti erano sufficienti un passaporto in corso di validità e un’autorizzazione ESTA, oggi questo non basta. Anche chi ha già fatto preventivamente richiesta di tale autorizzazione deve controllare le regole di entrata e uscita dal Paese, sia anche solo per uno scalo o un transito di altro tipo.
Vediamo dunque quali sono le restrizioni di viaggio per chi si reca negli Stati Uniti ad oggi.
Quali Paesi devono prestare attenzione alle restrizioni
Chiunque, ad eccezione dei cittadini statunitensi, dei residenti permanenti legali e dei familiari stretti, che sia stato nei seguenti paesi negli ultimi 14 giorni non può entrare negli Stati Uniti in questo momento:
Cina, Iran, Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord), Repubblica d'Irlanda, Brasile, Sudafrica, Regione europea Schengen (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Città del Vaticano), India.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno raggiunto accordi sia con il Canada che con il Messico per limitare temporaneamente tutti i viaggi non essenziali, compresi i viaggi di piacere, attraverso i confini terrestri. È consentito il viaggio aereo tra gli Stati Uniti e il Canada e il Messico.
Quali sono i requisiti di prova
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) richiederanno a tutti i passeggeri aerei di presentare un risultato del test COVID-19 negativo prima di entrare negli Stati Uniti.
I passeggeri aerei dovranno sottoporsi a un test virale entro tre giorni prima della partenza del volo per gli Stati Uniti e fornire alla compagnia aerea la documentazione scritta del loro test di laboratorio.
Le compagnie aeree devono confermare il risultato negativo del test per tutti i passeggeri o la documentazione di recupero prima dell'imbarco. Se un passeggero non fornisce la documentazione di un test negativo o di un recupero, o sceglie di non effettuare un test, la compagnia aerea deve negare l'imbarco al passeggero.
E la quarantena?
I viaggiatori che entrano negli Stati Uniti da un paese straniero devono rispettare le linee guida CDC raccomandate per quanto riguarda i periodi di auto-quarantena o autoisolamento. Il periodo di quarantena fortemente consigliato è pari a 7 giorni.
Le eccezioni per chi svolge attività di ricerca o ha una laurea in medicina
Per i viaggiatori provenienti da uno dei Paesi precedentemente elencati (o che volano passando da uno di questi paesi), ci sarà bisogno di un timbro di visto valido sul passaporto e di una «lettera di imbarco» che conceda il permesso di entrare negli Stati Uniti prima della partenza.
I dipartimenti di Stato e di sicurezza interna degli Stati Uniti hanno il potere di concedere visti e consentire l'ingresso negli Stati Uniti in base a diverse eccezioni, incluso l'interesse nazionale degli Stati Uniti. Consultando il sito web del consolato statunitense locale sarà possibile avere informazioni su come farsi eventualmente rilasciare un visto di emergenza.
Per chi, per esempio, deve portare avanti un progetto di ricerca presso università come UCSF, prima di tutto si dovrà ricevere una lettera dal proprio supervisore/PI UCSF che descriva come la visita contribuirà all'interesse nazionale degli Stati Uniti. L'ambasciata fornirà ulteriori istruzioni a chi ha diritto a una deroga dall'ordine al momento di entrare negli Stati Uniti.
Se non si riesce a ottenere una «lettera di imbarco» e ci si vuole ugualmente recare negli Stati Uniti per iniziare il proprio programma di ricerca o impiego presso UCSF, l'unica altra opzione è quella di trascorrere 14 giorni in un Paese a cui non è vietato l'ingresso negli Stati Uniti.
L'ISSO non può consigliare un Paese specifico, garantendo inoltre che il Paese scelto non finisca per essere soggetto a blocchi d’ingresso o che esistano voli regolari da quel Paese verso gli Stati Uniti. Per ridurre al minimo i rischi e ridurre l'incertezza sarà necessario informarsi accuratamente e con costanza. Ciò che è certo è che non si può transitare attraverso un Paese a cui è vietato l'ingresso negli Stati Uniti a meno che non si abbia una lettera di imbarco.
Per concludere
Per quanto possa risultare pesante dover essere sottoposti a un tale numero di restrizioni, è necessario tenere in considerazione che i viaggi non essenziali dovrebbero essere evitati per il bene comune. Chi viaggia per lavoro, per ricerca o per motivi che apportano un valore aggiunto riconosciuto dagli States, potrà muoversi per richiedere i visti necessari attraverso il consolato di riferimento. Dall’altro lato, chi desidera visitare gli States per turismo e intrattenimento dovrà pazientare aspettando momenti più sereni e tranquilli in termini di Covid.