20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Società

Andrea Bocelli ha avuto il coronavirus: «Ora dono il plasma»

Post su Facebook dell'artista, contagiato a fine marzo: «Un piccolo gesto - ma irrinunciabile - con cui faccio la mia piccola parte». Claudio Bisio: «Mia madre è morta durante la quarantena»

Andrea Bocelli
Andrea Bocelli Foto: ANSA

«La pandemia che ha turbato il mondo ha coinvolto, seppure in modo lievissimo e pressoché asintomatico, anche la mia persona e alcuni membri della mia famiglia». Con questo post pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale, Andrea Bocelli ha raccontato di aver contratto il covid-19 ma di averlo sconfitto già a fine marzo senza nessuna conseguenza.

«Per non allarmare inutilmente i miei fan - continua - per rispetto verso coloro che hanno contratto il virus con ben altre conseguenze, ed anche per tutelare la mia famiglia, non ho ritenuto opportuno divulgare la notizia. Perfettamente guarito già prima della fine di marzo, oggi nuove priorità m'impongono di rinunciare a quel riserbo che ho finora perseguito quale scelta di responsabilità. Ho immediatamente risposto «presente» alla possibilità di donare il sangue, per lo studio sulla cura del Covid. Un piccolo gesto - ma irrinunciabile - con cui faccio la mia piccola parte. Andrea». L'artista questa mattina è stato con la moglie Veronica al centro trasfusionale dell'Ospedale Cisanello di Pisa, dove ha donato il suo plasma per la ricerca.

Claudio Bisio: «Mia madre è morta durante la quarantena»

«Per me la pandemia è stato un momento duro, perchè il 4 aprile è mancata mia mamma. Aveva più di 90 anni e non sapremo mai le cause della morte. Non sappiamo se c'entrasse il Covid oppure no», così Claudio Bisio racconta al Corriere della sera la sua esperienza personale con la tragedia dell'epidemia.

«Con mia sorella abbiamo deciso di tenerla a casa e non farla morire in ospedale. E' stata durissima, non abbiamo ancora fatto il funerale. Dunque io come tanti altri conoscenti, amici, medici, ho davvero toccato con mano quanto sia stato tremendo questo periodo di Coronavirus. E quanto sia stata disastrosa la gestione, specie qui in Lombardia».

Poi aggiunge: «Tanti amici medici erano disperati: perché non hanno fatto i tamponi? Uno può sbagliare all'inizio, quando ancora non si capiva l'entità della tragedia. Il sindaco Beppe Sala lo ha fatto, ha sbagliato, ma ha chiesto scusa. Perseverare nell'errore no. Qui il governatore Fontana e l'assessore Gallera hanno perseverato e non riconosciuto i troppi errori fatti».

Quanto alla sua quarantena racconta della pasta fatta in casa, l'indigestione di film visti e una sceneggiature lasciata a metà: «Non avevo la testa sgombra per scrivere, ho dovuto mollare. Alcune giornate ero depresso, altre meno. Certi giorni arrivavo a sera e non sapevo neanche come c'ero arrivato».