19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Società

Carne di gatto in vendita nei supermercati italiani?

Qualche giorno fa è uscita su diversi siti la notizia che nel reparto macelleria dei supermercati della Conad fosse stata messa in vendita la carne di gatto. Le reazioni sul web non si sono fatte attendere. Ma cosa è accaduto davvero?

Qualcuno forse ricorderà la vicenda di Beppe Bigazzi e i gatti da mangiare, che ha portato la sua esclusione dal programma Rai ‘La prova del cuoco’. Il suo intervento era infatti stati oggetto di attacco da parte di numerosi spettatori indignati, e in particolare da quelli ‘animalisti’. Ora, alcuni giorni fa è apparsa si diversi siti la notizia che nei reparti macelleria dei supermercati Conad era stata messa in vendita proprio la carne di gatto. Anche in questo caso, le reazioni (anche molto forti) non si sono fatte attendere.

La verità dov’è?
Internet, ormai lo sappiamo, è un gran calderone dove al suo interno si può trovare davvero di tutto. Spesso le notizie e le informazioni sono ‘spazzatura’ che ammorba l’intero sistema e che può anche essere pericolosa, perché c’è chi può prendere per vere certe notizie o quanto scritto da personaggi di dubbia competenza e serietà. La stessa cosa accade quando si prende alla leggera ciò che riportano certi siti, i quali non si prendono la briga di verificare le fonti di certe notizie o approfondire. È appunto il caso della carne di gatto.

Un esperimento
Quello della messa in vendita della carne di gatto, con tanto di foto, era in realtà un post pubblicato il 21 marzo su Facebook da un utente che intendeva fare un Esperimento Sociale (E.S.), sigla che accompagna proprio il post. Il ‘fake-post’ è stato pubblicato apposta per far riflettere gli utenti di Facebook sul consumo di carne e, in particolare, sull’uccisione degli animali a questo scopo.

Il messaggio
«È un fake-post atto a far riflettere sul proprio sentire – scrive si Facebook l’autore del post – Se il vedere questa immagine ha portato a rabbia e indignazione, allora è arrivata l’ora di porsi nuove domande. Perché ci si indigna di fronte all’uccisione di un animale come il ‘gatto’ o il ‘cane’ (vedi consumo di carne in Cina) e si accetta come ‘normale’ l’uccisione di animali come ‘Coniglio’, ‘Maiale’, ‘Vitello’? Si tratta della nostra percezione, elaborata da abitudini e tradizioni. Ma vogliamo davvero essere schiavi di una ‘tradizione’ popolare che esiste qui ma è differente in base all’area geografica? Teniamo presente (curioso) che per gli ‘americani’ noi siamo mostri perché mangiamo il ‘Coniglio’, ritenuto da loro ‘Animale da Compagnia’. Elevando il pensiero oltre le barriere sociali – continua il post – si può iniziare a vedere e pensare a cosa è giusto e cosa sbagliato, si può comprendere che tutti gli esseri viventi hanno lo stesso diritto alla vita e che ognuno è diverso e speciale a modo proprio.

Chiediamoci perché non è comune provare repulsione verso carne di ‘Vitello’, ‘Maiale’ o altri animali ritenuti ‘Da Reddito’; la risposta la si può trovare nel fatto che difficilmente si ha la possibilità di interagire con loro, di conoscerli, comprendere la loro distinta intelligenza e giocare e comunicare assieme; questa lontananza tra ‘noi’ e ‘loro’ è la stessa che esiste tra ‘bambini che muoiono di fame/guerra in Africa/Asia’ e ‘noi’ (questa lontananza porta in molti a ignorare questi fatti, gli stessi che inorridiscono se ‘20 bambini sono morti in autobus in un incidente stradale a Milano’). Ogni animale ha una personalità differente, anche se della stessa razza, ma agli animali ‘Da Reddito’ viene negata questa speciale identità, viene soppressa la loro voglia di esprimersi e di essere e, così facendo, vengono accomunati come semplici ‘Maiali’, ‘Galline’, ‘Conigli’, ‘Vitelli’, ‘Pulcini’ […] Ai gatti che vivono con noi, come ai cani, viene dato un nome, in modo da renderli speciali ai nostri occhi… dunque non sarà più un gatto ‘qualsiasi’, sarà ‘Romeo’, ‘Felix’, ‘Leo’ […].

Se per gioco si provasse a conoscere un animale ‘da reddito’, un maiale ad esempio, e si interagisse con lui, magari chiamandolo per nome, quando sarà giunto per lui il giorno della macellazione, si farebbe di tutto per salvarlo poiché in lui si avrebbe riconosciuto una identità, una vita speciale, un amico.

Il fatto del dare un nome è cosa sottile, l’importante è l’interazione tra persona e animale… si provi a offrire una bistecca di cavallo a una persona che da sempre vive con cavalli... sicuramente si arrabbierebbe, lo stesso che farebbe una persona italiana di fronte a una bistecca di cane.

In conclusione: che si conosca una persona o non si conosca (per persona si intende qualunque essere vivente senziente avente personalità), il valore della sua vita non cambia ma differisce la sola nostra percezione. È dunque giusto ignorare l’uccisione di qualcuno perché lontano dai nostri occhi e cuore ma prendere le difese solo di chi ‘conosciamo’?

Per onor di cronaca
Precisiamo, per onore di cronaca, che la foto ‘truccata’ apposta in realtà è quella di un coniglio e che la Conad non ha mai messo in vendita un gatto intero nel proprio reparto macelleria.