17 agosto 2025
Aggiornato 23:30
Cinema anteprime

Mustang, 5 adolescenti lottano contro la cultura arcaica

5 ragazze turche non immaginano nemmeno quale sia l'estate che le aspetta. La regista Deniz Gamze Erguven racconta la lotta delle 5 sorelle contro le tradizioni che intrappolano le donne in ruoli che non appartengono loro

ROMA - Turchia, paese del litorale nord, sul Mar Nero. Finito l'anno scolastico le cinque sorelle orfane non si aspettano l'estate che verrà. La nonna più morbida e lo zio tutore brutalmente rigido, con la complicità di tutta una rete soprattutto femminile di controllo sociale e di "polizia morale", inaspriscono le misure restrittive (sbarre alle finestre, per impedire fughe notturne e altre sconvenienze), fitto programma di economia domestica, abbigliamento castigato, sfilata di rituali tè offerti alle buone famiglie del circondario per combinare, una via l'altra dalla maggiore in giù, i matrimoni delle ragazze che sono solo delle adolescenti. Le prime due cedono, con la terza viene una svolta drammatica, la quarta sta per "cadere" a sua volta e chi tiene più alto il vessillo della ribellione è la piccola Lale, l'ultima, ancora una bimba.   

Lo spirito ribelle
E' la trama di Mustang, ovvero il cavallo selvatico, a simbolo di fanciulle in fiore dallo spirito ribelle che è difficile intrappolare in tradizionali ruoli femminili. Il film è stato scelto dalla Francia (nazionalità produttrice del film, opera prima della turca francesizzata Deniz Gamze Erguven) per la corsa all'Oscar per il film straniero, è un'opera concepita sotto l'urgenza della denuncia di costumi arcaici e in difesa dei diritti femminili ancora troppo e gravemente repressi in una società come quella turca attraversata da contraddizioni e squilibri tra modernizzazione e sopravvivenza profonda del regime patriarcale. Ma ha qualcosa di più. Una freschezza ammirevole, un autentico spirito libero.

La freschezza e la tensione verso la modernità
Educata in Francia, dove ha studiato cinema, l’esordiente regista vuole evidentemente aprire gli occhi di tutti (e soprattutto di tutte) su una cultura che soffoca nel profondo l’evoluzione delle donne turche e del Paese stesso verso la modernità, e lo fa con una energia e una gioia di vivere contagiose, che sa sfruttare al meglio la carica vitale delle sue cinque interpreti (solo le due sorelle più grandi sono interpretate da professioniste, le altre tre sono bravissime esordienti). E alla fine, dopo che la tragedia che attende una delle sorelle verrà bilanciata da un finale utopico (più che davvero realista), il film sarà capace di regalare allo spettatore il ritratto indimenticabile di una generazione decisa davvero a riprendersi i propri sogni.