28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
Il trionfo di Lorenzo a San Siro

Prova empirica del perché dovremmo tutti vedere un concerto di Jovanotti (almeno una volta nella vita)

Tre date tutte sold out al Meazza per il re dei live italiani. Un pubblico in delirio e la critica che lo osanna. A 48 anni Lorenzo detta legge. E sul palco non ce n'è davvero per nessuno

MILANO - Adrenalinico, psichedelico, funky, romantico, afro, materico e sognatore, primordiale e futurista insieme e pure versione cartoon. Jovanotti a San Siro ha spaccato. Uno stadio strapieno ha accolto Lorenzo con un calore straordinario, e lui c'ha messo tutto se stesso, come sempre, per far ballare e divertire la sua gente: 160mila persone nelle tre date tutte sold out, come solo Vasco o la Champions sanno fare. Un palco a forma di fulmine lungo ben 80 metri, su cui Lorenzo ha corso e saltato dall'inizio alla fine arrivando a toccare con mano (e a buttarsi) sui fan: «È una cosa di affetto» aveva detto presentando il tour. «Il fulmine è comunicazione tra cielo e terra, è passaggio di energia, è velocità».

Lorenzo supereroe venuto dal futuro
Il concerto si apre con un video futurista di quasi 7 minuti, con una Ornella Muti fatina parlante che riaccende la passione: Lorenzo è un supereroe venuto dal futuro, dal 2184 per l'esattezza, un mondo con 37 miliardi di persone dove spunta pure la pubblicità di un fantomatico «Phone Drone 8». Con tanto di armatura spaziale a specchio, Lorenzo ha il compito di portare il caos in questo mondo troppo perfetto: un nuovo ordine mondiale in cui creare disordine. «Mi divertiva l'idea di iniziare nel totale silenzio – confessa Jovanotti –, l'esatto contrario dei concerti normali quando il pubblico urla all'unisono».

I pezzi che hanno infiammato San Siro
L'attacco del live è sempre il solito, potente, con «Penso Positivo». Poi si alternano pezzi nuovi e vecchi in un mix sapiente, che piace a tutti: «Tutto acceso», «Attaccami la spina», «L’alba», «Una scintilla», per continuare poi con «Sabato», «Il più grande spettacolo dopo il Big Bang», «Bella». Su «Stella Cometa» arriva un brivido infinito, San Siro lo segue, canta con lui. Proseguono i pezzi lenti, prima «Ora» poi «Fango». Si continua con «Il mondo è tuo» e «Non mi annoio», «Falla girare», «La scienza bellezza». Quando attacca «Tanto» lo stadio sembra venire giù. Con «L’ombelico del mondo» lo stadio cade inesorabilmente ai suoi piedi: i seggiolini tremano, tutti in piedi. Parentesi afro con «Musica», poi arrivano le canzoni estive, quelle che Lorenzo adora, «L’estate addosso» e «Estate». «Le tasche piene di sassi» la canta strozzato dall'emozione, a poco più di un mese dalla scomparsa del padre, e tutto il pubblico con lui. Che bello. Ma c'è ancora spazio per l'incantevole «L’astronauta», per «Serenata rap», «Come musica», «Tutto l’amore che ho», «La notte dei desideri», «Tensione evolutiva» e «Mezzogiorno». La chiusura è affidata come da tradizione a «Ragazzo Fortunato» ma Lorenzo e la sua band tornano sul palco per un bis di tre pezzi: «A te», «Gli immortali» e «Ti porto via con me». «Un'illuminazione», verrebbe da dire.

Uno spettacolo quasi cinematografico
Alle sue spalle, su un maxi schermo di 800 mq, si alternano frame che raccontano tutti i mondi possibili, reali e immaginari, tra squarci di ricordi anni '80 (vedi il tributo a Holly e Benjy) e il mondo che verrà. Ci sono i corti d'animazione («L'idea iniziale, comunicata un anno fa in cucina a mia moglie, era di fare tutti cartoni, perché la mia generazione è la prima in cui i padri parlano lo stesso linguaggio dei figli e io volevo uno spettacolo che piacesse dai 4 ai 99 anni») ma anche le citazioni cinematografiche (come le immagini di «The Other side» di Roberto Minervini usate per raccontare l'emarginazione mentre canta «Fango»), documentaristiche (come gli scimpanzé di Nat Geo per raccontare «L'Alba») e i fumetti (come l'incontro tra un gorilla e una bionda disegnato da Davide Toffolo, il bravissimo cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che accompagna «Le tasche piene di sassi»). Cartoon Network ha persino creato per il tour un apposito episodio di «Ooo» in cui ha proiettato un Jovanotti animato.

Le due nuove date a Torino
Livello tecnologico altissimo, impianto video esagerato, effetti spettacolari: non ce n'è per nessuno, ci spiace, in Italia Lorenzo è il numero uno. Un live di Jovanotti emoziona, stupisce, commuove, diverte e, soprattutto, fa venire voglia di ballare anche due ore dopo che è finito. Ecco perché lui è il numero uno. Quando esci da San Siro la gente se ne va via felice e con un'energia pazzesca in corpo, positiva, pulita, merce piuttosto rara, soprattutto di questi tempi. Dopo lo straordinario successo milanese Jovanotti è pronto a ripartire domani sera a Padova, allo Stadio Euganeo, e annuncia per la gioia di tutti i fan altre due date invernali a Torino, il 2 e il 3 dicembre. Ovviamente niente stadio visto il clima, ci 'accontenteremo' del parterre del Pala Alpitour...