23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
La polemica

Il Teatro dell'Arte di Mosca non rinuncerà a «Un marito ideale»

Il direttore artistico, Oleg Tabakov, 79 anni, ha detto chiaramente di non voler tornar sui suoi passi. Nonostante le intimidazioni, rimbalzate nei giorni scorsi sui social network: soprattutto la foto di una testa di maiale scagliata contro le porte del teatro, con il nome di Tabakov, scarabocchiato sulla fronte.

MOSCA (askanews) - Il Teatro dell'Arte di Mosca (il Cechov) non rinuncerà a «Un marito ideale», la piece di Oscar Wilde la cui messa in scena è stata contestata mercoledì scorso da attivisti ultraortodossi. Il direttore artistico, Oleg Tabakov, 79 anni, ha detto chiaramente di non voler tornar sui suoi passi. Nonostante le intimidazioni, rimbalzate nei giorni scorsi sui social network: soprattutto la foto di una testa di maiale scagliata contro le porte del teatro, con il nome di Tabakov, scarabocchiato sulla fronte.
Il gruppo di contestatori, che opera sotto il nome «la volontà di Dio», è guidato dall'attivista Dmitry Enteo, noto per le sue azioni spettacolari. Enteo non è la prima volta che si scatena contro «Un marito ideale», e in particolare contro la messa in scena diretta da Konstantin Bogomolov. Nel 2013 aveva fatto irruzione in sala urlando insieme con una donna, durante lo spettacolo, ma l'efficacia della contestazione in quel caso si era vanificata: molti spettatori avevano pensato che fosse parte dello spettacolo, che prevede un prete omosessuale adorare una donna nuda. «Satira evidente del degrado dei valori cristiani in Occidente» ha spiegato Tabakov, difendendo a spada tratta oggi lo spettacolo. Mentre le azioni di Enteo sono semplicemente «una violazione dell'ordine pubblico».

Testimonial della campagna elettorale di Putin nel 2012
E Tabakov non è certo una personalità fuori dai giochi per il mondo teatrale russo e per la società a Mosca. I suoi orientamenti politici sono ben noti da quando è stato uno dei testimonial della campagna elettorale di Vladimir Putin nel 2012. E dalla sua scuola è uscita una generazione di attori russi notevoli compreso Evgeny Mironov, Sergey Bezrukov, Vladimir Mashkov.
Tuttavia ultimamente la vita teatrale russa è spazzata da venti tempestosi. Recentemente a Novosibirsk, nel cuore della Siberia, un'interpretazione dell'opera di Wagner «Tannhauser» è stata rimossa dal repertorio di un teatro di stato e il direttore del teatro è stato licenziato, dopo le denunce del responsabile regionale della Chiesa ortodossa russa, il metropolita Tikhon. Anche perchè offendere i sentimenti dei credenti è diventato un reato in Russia nel 2013, dopo la protesta delle Pussy Riot per la «punk-preghiera» in una cattedrale di Mosca.

Il teatro è una tradizione e una scuola
Potrebbe sembrare strana tanta attenzione, in un'epoca in cui persino la tv sembra un media superato, ma i russi, tutti, non solo i moscoviti, sono assidui frequentatori dei teatri. Il teatro è una tradizione e una scuola, dove vengono cresciuti i talenti che poi magari sbarcano al cinema. Non solo russo, ma anche americano: si veda il caso di Mashkov appunto, noto per il suo lavoro nei film «Behind Enemy Lines - Dietro le linee nemiche» e «Mission: Impossible - Protocollo fantasma», nonchè per «Oligarch» di Pavel Lungin. E il teatro è anche un luogo sociale e culturale dove si forma ancora adesso l'opinione pubblica. Non a caso a Mosca ne sopravvivono praticamente in ogni strada.