29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Profilo di chef

All’Enoteca del Roero, dallo chef stellato Davide Palluda

Dice Davide: «Noi piemontesi viviamo su di una piastrella 25x25, ci piace così da sempre, io cerco di muovermi almeno nel metro quadro …»

CANALE - L’anno prossimo il ristorante L’Enoteca di Canale ne farà 20 di anni. Davide Palluda ha fatto un gran bel lavoro in questi quattro lustri, ma la cosa non lo appaga assolutamente. L’eterno golden boy della cucina piemontese guarda sempre avanti, e lo fa per un motivo molto semplice : perché gli piace ancora cucinare.  Gli piace cucinare per se stesso, per gli ospiti del suo ristorante e per i clienti che apprezzano tutte quelle raffinatezze che confeziona nei suoi preziosi vasetti di vetro, dove le ricette Piemontesi diventano golosità compiute e definite, biglietto da visita da esporre nelle migliori gastronomie italiane e d'altrove.

OLTRE LA TRADIZIONE - Cucina da ristorante d’alta classe al primo piano, osteria al piano terra e ancora la produzione dei suoi vasetti di prodotti gastronomici pronti, che si inseriscono in un segmento piuttosto alto: Palluda haut de gamme verrebbe da dire. La qualità delle diverse opzioni meritano gli euro richiesti, e quindi le cose vanno piuttosto bene nonostante il periodo contingente, che convincerebbe facilmente a pensare il contrario. Facile convincimento comune diversificando l’offerta si, ad un regime di costi inferiore e da bilancio alla pari, democratizzando e ringiovanendo ulteriormente la sua proposta gastronomica attraverso il ripensamento degli spazi disponibili all’interno dell’Enoteca Regionale del Roero di Canale e aprendo ancor di più la forbice del differenziale con la concorrenza.

OSTERIA E RISTORANTE - Lo scorso inverno, finita la stagione estiva vissuta alla luce del sole e all'aria profumata dal glicine rampicante -in veranda o in giardino- ha aperto l’Osteria Palluda (se così volessimo chiamarla invece di Osteria dell'Enoteca per rafforzarne il brand), nel medesimo serioso locale dove in passato esisteva l’esposizione dei vini del Roero, serviti e venduti in un'ambientazione piuttosto retrò, ambientazione vecchio Piemonte, ma non antico, solamente un po’ vecchio e fanè. Libri, vecchi tavoli, riviste, armadi, legni scuri e poca luce davano una sensazione opposta da quella che poi si poteva vivere nella luminosa sala del ristorante al piano di sopra. Sala luminosa e pulita come la sua giovane cucina piemontese d’autore, tra le migliori della regione, regione che con l’aggiunta della rinascita Del Cambio di Torino è ora individuabile come primario distretto gastronomico italiano, quello inteso e incluso nell’ampio raggio di cinquanta chilometri che circonda Torino, con allargamento alle Langhe o Zona Laghi.

PIEMONTESI -  Un popolo riservato ma non estremamente conservatore, almeno quando si espongono e si impongono con i loro prodotti ed i loro solidi concetti imprenditoriali, per nulla avventurosi. Etichetta che però parlando di Davide Palluda si attacca storta alla sua figura, che meriterebbe una confezione ancora più moderna, come quella dei suoi golosi barattoli di vetro firmati, da "promuovere" quanto la sua immagine.La gamma si articola e si amplia, ma prima di arrivare alla frutta sarà bene passare dagli aperitivi e dagli antipasti, prologo di un esperienza gastronomico di alto profilo.