Robin Williams soffriva perché a Hollywood non contava più
Secondo molte testimonianze a preoccupare l'attore non erano i problemi economici, ma il drastico calo di popolarità e la soppressione, dopo appena una stagione, dell'ultima sitcom a cui stava lavorando.
LOS ANGELES - A una settimana esatta dalla morte, aumentano le testimonianze di amici e conoscenti che provano a dare un senso al gesto estremo di Robin Williams. Secondo le ultime indiscrezioni, pare che alla radice non ci fossero problemi economici, come raccontato da qualcuno. «Viveva la vita che voleva, senza limitazioni. Volava sempre in prima classe, faceva delle vacanze da sogno e viveva nella casa che amava», ha raccontato un amico. E il fatto che stesse vendendo il suo ranch non era legato a un fatto di denaro, quanto alla volontà di liberarsi di un luogo fonte di ricordi della sua seconda moglie.
LA CANCELLAZIONE DELLA SITCOM - La causa potrebbe invece essere stata legata ai fallimenti professionali collezionati negli ultimi tempi. A sostenerlo in particolare «Tmz», che avanza l'ipotesi che l'attore non sia più riuscito a riprendersi dopo la cancellazione, dopo una sola stagione, di «The Crazy Ones», la sitcom trasmessa dalla CBS che segue le vicende di Simon Roberts (Robin Williams), stravagante titolare di un'agenzia pubblicitaria di Chicago, e dei suoi dipendenti. Un duro colpo per lui, dopo il ritorno in tv, già considerato un ripiego di fronte ai ruoli sempre meno interessanti che gli venivano proposti sul grande schermo. La serie avrebbe potuto rappresentare il grande rilancio di immagine, e invece... Proprio qualche tempo fa Williams aveva confidato a un amico: «La mia faccia è dappertutto e tutto il peso e sopra le mie spalle».
L'AIUTO AI PICCOLI MALATI - Intanto, emerge con forza la generosità dell'attore. «WFMY News» ha raccontato qualche giorno fa la commovente storia della piccola Jessica Cole, bambina malata di tumore al cervello, che espresse il desiderio di incontrare l'attore dopo averlo visto sul set di "Mrs. Doubtfire". Williams, venuto a conoscenza della cosa, volò fino in North Carolina per passare il pomeriggio con lei. Per un pomeriggio intero giocarono a carte e guardarono una partita di football in tv. Proprio come Patch Adams, uno dei suoi più riusciti personaggi. «È stato divertentissimo passare del tempo con lui – ha raccontato il padre di Jessica – si è comportato proprio come nei suoi film». Jessica morì appena due mesi dopo, ma lui continuò a offrire aiuto ai bimbi malati, in particolare sostenendo l'Ospedale dei Bambini St. Jude, visitando pazienti e passando del tempo con loro.