Amelio: Ecco il mio Camus, rifiutato dal Festival di Venezia
Dal 20 aprile «Il primo uomo», sull'infanzia dello scrittore in Algeria. Nel film il protagonista, alter ego di Camus, torna in Algeria nel '57, nel pieno della guerra di liberazione, e attraverso i suoi ricordi svela la complessità del rapporto tra arabi e francesi in quella colonia
ROMA - Arriverà nelle sale italiane il 20 aprile «Il primo uomo», il film di Gianni Amelio ispirato all'omonimo romanzo autobiografico di Albert Camus, in cui racconta la sua infanzia in Algeria e le sue riflessioni sulla guerra d'indipendenza dalla Francia. Il film ha avuto molte vicissitudini produttive (è una coproduzione italo-francese) e poca fortuna nella promozione: «Era stato selezionato per il concorso al Festival di Venezia, poi non si sa per quale motivo è stato cancellato» ha affermato polemicamente Amelio. Il regista ha poi vinto il premio della critica al Festival di Toronto lo scorso settembre, ma nelle sale italiane il film esce solo ora, e in Francia arriverà ad ottobre: «Un festival non serve a niente se il film non esce subito dopo: ora uscirà solo con 70 copie e non con le 200 che erano state stampate» ha sottolineato rassegnato Amelio.
LA TRAMA - Nel film il protagonista, alter ego di Camus, torna in Algeria nel '57, nel pieno della guerra di liberazione, e attraverso i suoi ricordi svela la complessità del rapporto tra arabi e francesi in quella colonia. «Il mio non è un film sulla guerra d'Algeria ma sull'attualità di quella guerra, sulla difficoltà di convivenza di più etnie nello stesso luogo, basti pensare al Magreb di oggi» ha affermato Amelio, che ha ricordato: «Allora Camus diceva: sì alla rivoluzione, ma no al terrorismo, ma purtroppo negli anni '60 la sua posizione fu considerata di destra, rispetto a quella di Sarte che banalizzando diceva: l'Algeria agli algerini. Oggi, finalmente, la sua posizione viene capita meglio».
APPLAUDITO DALLA FIGLIA DI CAMUS - Il film, nato da una coproduzione italo-francese, è stato approvato e applaudito dalla figlia di Camus, Catherine, ma la stampa francese finora non ne ha parlato affatto, nonostante la vittoria al Festival di Toronto. «I giornali algerini hanno scritto che questo è il primo film che storicizza quelle vicende» ha sottolineato Amelio, che a proposito del silenzio dei giornali francesi ha commentato: «Dopo 50 anni dalla rivoluzione algerina ci si potrebbe immaginare che le ferite si siano rimarginate, ma ho il sospetto che i francesi pensino che questo sia un film di parte, che difende le ragioni dell'autonomia algerina. - ha spiegato Amelio - Evidentemente quella ferita è ancora aperta - a ottobre, quando uscirà in Francia, ne avremo la conferma o meno».
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