28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Festival Internazionale del Film di Roma

Bolle: Scelti i film migliori, gli italiani venivano dopo

Il ballerino nella giuria che ha assegnato i premi ufficiali del Festival di Roma

ROMA - E' stato il ballerino Roberto Bolle, membro della giuria presieduta da Ennio Morricone, a spiegare perché i film italiani non hanno ottenuto quest'anno nessun riconoscimento al Festival Internazionale del Film di Roma: «Abbiamo preso in considerazione i film italiani e sarebbe stato un gran piacere dare un riconoscimento anche a loro, ma la qualità dei film in concorso era molto alta e alla fine quelli che abbiamo premiato erano i migliori, gli italiani venivano dopo: li abbiamo scelti quasi all'unanimità» ha detto. Al Festival di Roma quest'anno ha trionfato invece Un cuento chino, del regista argentino Sebastian Borensztein, che ha ottenuto sia il Marc'Aurelio della Giuria al miglior film sia il Premio BNL del pubblico al miglior film. «Il mio è un film che parla della solitudine e che racconta le conseguenze della guerra delle Malvinas, che era una guerra illegittima, su un uomo. I danni della guerra sono universali: io volevo trasformare in commedia questa tragedia, con un finale aperto di speranza» ha affermato il regista.

I premi come migliori attori sono andati quest'anno alla svedese Noomi Rapace, diventata famosa con il ruolo di Lisbeth Salander nella saga Millenniun, e al francese Guillaume Canet. L'attrice, abituata a ruoli di donne molto forti, è stata premiata per il film «Babycall», in cui è una donna con disturbi psichici: «Io scelgo sempre sceneggiature che mi colpiscono, personaggi con più sfaccettature: questo ruolo non potevo togliermelo dalla testa, mi ha lasciato il segno» ha affermato. Il francese Guillaume Canet, che ha vinto con Une vie meilleure, film che racconta la scelta dell'emigrazione di una famiglia sommersa dai debiti, ha infine sottolineato: «Il mio è un personaggio che non è stato fortunato ma fa sempre del suo meglio per rimanere in piedi. Mi piace perché come molti poveri non cerca di farsi compatire ma vuole lottare e combattere».